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Vedere e ascoltare, luce e suono. Riflessioni su “Mantra&Meditazione” di Swami Ritavan Camaldoli maggio ’25 n. 3

Il mantra nutre la ricerca allorché riesce ad aprirsi alla meta, ad accoglierla, ad interiorizzarne la vitalità, a dissolversi in essa.

Quel monaco seduto sulle sponde del Gange getta nella corrente quella domanda che la meditazione gli rivela contingente e fittizia e così fa con quell’altra e così via fino a quando, sull’ultimo foglietto, legge “tu sei quello” allora, realizzata questa esperienza, anche quel foglietto sarà gettato nella corrente del Gange.

La ricerca interiore supera l’invadente ed esclusiva forza del karma che “lega”. La ricerca si nutre di questo karma passandolo al vaglio delle virtù della compassione e della benevolenza in primo luogo verso se stessi, poi ancora affievolendo le suggestione dello spazio.

Allora la coscienza potrà essere guidata nella sua ricerca dalla ricchezza del suono o della luce, o ancor più da entrambe.

La luce è la sorgente del vedere, il suono è la sorgente dell’ascoltare. Noi privilegiamo l’oggetto, il “che cosa vedo”, il “che cosa ascolto”. La pratica dello Yoga ci insegna a rimbalzare dall’oggetto, qualunque venatura esso abbia, alla sua sorgente: chi è colui che vede? chi è colui che ascolta?
Entrambe le domande sono rivolte alla stessa meta, sono alimentate dalla stessa sorgente.

Se ci può essere di aiuto la riflessione, potremmo dire e sperimentare che la luce ha le sua ‘reggia’ in ajna chakra, il punto tra le sopracciglia, mentre il suono in anahata chakra, nel cuore. Nel Buddhismo si parla spesso di mente-cuore, per indicare la loro interazione, qui però è la mente che genera il fattore di illuminazione. In altre tradizioni, per esempio nel Cristianesimo, è il cuore che attrae la mente, la luce del cuore di Gesù ne è una bellissima espressione.

Per lo Yoga il mantra so-ham guida l’uomo verso lo sconosciuto, dentro o fuori che sia. Il mantra Ham-so è la risposta con cui ogni momento e ogni istante il ritmo silenzioso dell’infinito si esprime con un linguaggio che solo l’amore sa minimamente decifrare. Dentro e fuori di noi, sia dentro che fuori di noi al contempo, la luce e il suono instancabili risuonano, al ritmo del cuore: pace, pace, pace.

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