Lasciare andare, ma come? Tae Hye sunim
Indicazioni per la pratica di Dharma – giugno 2025 (256 9 EB): Lasciar andare
Lasciar andare
Nella meditazione la maggior parte dei praticanti ha bisogno, almeno all’inizio, di un oggetto di focalizzazione. Così si può p.es essere consapevoli del respiro, del corpo intero, delle sensazioni o degli stati mentali. L’oggetto della meditazione può essere anche la benevolenza universale o un mantra che aiuta a purificare e calmare la mente.
Quando la mente si calma e ci sono meno pensieri vaganti, la meditazione può svolgersi anche senza un oggetto specifico, in uno stato di presenza mentale integrale o consapevolezza non selettiva. Quindi osservate il flusso delle immagini mentali e delle sensazioni nel loro sorgere, senza indulgere in critiche o apprezzamenti. Notate avversioni e attrazioni, fantasie, irrequietezza o tranquillità, e lasciate andare! Non sforzare troppo, ma semplicemente essere presenti e lasciare andare.
Se il senso di calma e chiarezza diminuisce e cominciate a sentirvi sopraffatti dai pensieri, potete ritornare a un oggetto particolare (come il respiro). Quando ritorna un senso di stabilità profonda, potete nuovamente abbandonare l’oggetto specifico. Se, anziché essere sopraffatti dai pensieri che sorgono, li vediamo nel loro spontaneo presentarsi, si indeboliscono le identificazioni soggettive con ciò che sperimentiamo.
L’atteggiamento contemplativo è non cercare di essere qualcosa o diventare qualcosa, ma solo osservare quello che si manifesta nello schermo vuoto della coscienza:
Ci sono sensazioni, ma io non sono la sensazione.
Ci sono percezioni, ma io non sono la percezione.
Ci sono desideri, ma io non sono i l desideri o.
I pensieri fluttuano come ombre , ma io non sono ciò che penso.
Ci sono dolori, ma io non sono il dolore.
Ci sono angoscia, ma io non sono l’angoscia.
Ci sono paure, ma io non sono la paura.
Ci sono stati di rabbia, ma io non sono la rabbia.
Ci sono ricordi del passato, ma io non sono il passato.
Ci sono pensieri sul futuro, ma io non sono il futuro.
Non posso nemmeno afferrare il presente, perché attimo dopo attimo il presente è già passato.
Quando pratichiamo la silente chiarezza, non concettualizziamo più la conoscenza che abbiamo acquisito, ma la lasciamo agire sullo sfondo come un atteggiamento di pratica. Ci sediamo rilassati in una solida esperienza corpo-mente. Quando mente e corpo sono immersi insieme, c’è silenzio, in cui troviamo la pace e la luce interiore.