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Meditazione di settembre con Tae Hye sunim

Indicazioni per la pratica di Dharma, settembre 2017 (2561 E.B.): la natura di buddha

Secondo una famosa storia, Mazu quando era ancora giovane, stava spesso seduto in meditazione nella posizione del loto completo. Il suo maestro Nanyue gli chiese: «Cosa fai?» «Sto meditando, perché voglio diventare Buddha.»
Il maestro Nanyue prese allora una tegola e si mise a lustrarla. Allora Mazu gli chiese: «Maestro, cosa stai facendo? Perché strofini quella tegola?» «Voglio farla diventare uno specchio!» «Ma… non è possibile, maestro!» «E com’è possibile diventare Buddha solo sedendo?» rispose Nanyue.

Questa storia mostra un fraintendimento della pratica chan/zen: una credenza che basta solo sedere nella posizione del loto e che non sia importante comportarsi eticamente, essere consapevoli della mente nella vita quotidiana, liberarsi dall’ego e realizzare la natura di buddha. Purtroppo ci sono questi tipi di fraintendimenti anche oggigiorno. La pratica autentica della scuola contemplativa (in cinese chan) non è un “arte marziale”, ma è la sintesi del Buddhadharma che si basa sulla esperienza della natura fondamentale di tutti gli esseri senzienti. La scuola chan/zen è la scuola dell’essenza buddhica (tathagatagarbha), della dimensione universale dharmica (dharmakaya)!
Praticando la presenza mentale in un modo integrale, non solo con il corpo o con il cervello, possiamo sperimentare il silenzio mentale, uno stato meditativo che va al di là dei pensieri, dei concetti e del nostro piccolo ego. Già un’intuizione iniziale della chiara luce influenza il nostro modo di vivere. Seguire i cinque precetti diventa spontaneo, poiché i precetti sono l’espressione della nostra natura profonda. Quando svanisce l’ego, la compassione si manifesta. Sentiamo la nostra connessione con tutta l’esistenza, non vogliamo danneggiare gli altri esseri viventi, e, logicamente, non vogliamo mangiare animali uccisi. Chi veramente ha sperimentato la mente chiara come un cristallo non vuole più offuscare la mente e quindi non vuole più p.es. assumere alcolici. Con le esperienze spirituali profonde cambiano inevitabilmente le abitudini e il modo di vivere. Una persona irascibile diventa più tranquilla, un avido diventa generoso, un egoista diventa altruista e vuole aiutare quelli che soffrono.

Per la pratica del mese di settembre consiglio:
1) Meditare con mente aperta, libera dall’ego, senza attaccamenti. Con una mente spaziosa potete praticare la consapevolezza del respiro, del corpo, della mente e in un modo naturale arrivare poi alla presenza mentale totale, al puro essere.
2) Ogni tanto, sia nei momenti silenziosi che nel mezzo delle turbolenze della vita, chiedere e contemplare: qual’è la nostra vera natura, quella natura nirvanica che tutti gli illuminati hanno realizzato? La nostra natura originaria al di là dei cinque aggregati (corpo, sensazioni, percezioni, tendenze, coscienza discriminante)? Posso vivere con quella luce interiore nella vita quotidiana?

“Prendo rifugio nella natura di Buddha,
mio centro, fondamento e guida,
che trascende esistenza e non-esistenza,
attraverso il quale si realizza il risveglio.”

(maestra coreana Daeheng)

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