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Milarepa nel film della Cavani

Milarepa  – riflessioni sul film di Liliana Cavani 1973

Tratto da la Stella del mattino Stelle – www. IastelIadelmattino.org

Quando ci poniamo a}la ricerca di un padre spirituale accade che lo desideriamo incline a riconoscere la nostra eccellenza e a soddisfare le nostre aspettative più che ad insegnarci la via. È istintivo e legittimo: non vogliamo morire, il nostro io, quella persona che pensiamo di essere, vuole vivere e questo significa che vogliamo che i nostri desideri siano soddisfatti, in modo da poterne formulare altri che a loro volta chiederanno soddisfazione. Invece il buon amico, il lama, se è realmente tale, sta già camminando in un’altra direzione e comincia con lo sbarrarci la strada che porta al dolore, la strada dell’ego-ismo, della catena senza fine dei desideri.

Ecco che allora Marpa respinge le richieste di Milarepa. Ogni volta lo rimanda ad una prova successiva, ogni volta gli rifiuta il suo affetto ed il suo insegnamento perché ogni volta è la pretesa di avere che parla per bocca di Milarepa:  “… tu me lo avevi promesso… ” dice con arroganza.  Sino a che non si manifesta il cuore di chi, sapendo di non avere alcun diritto, pur tuttavia chiede: ecco il vero discepolo.

Marpa è inflessibile, al limite del sadismo. Ma poi, dopo che in Mila l’umiltà ha ceduto all’arroganza, spiega: “… non ti potevo aiutare di più… “.

 

 

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