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DIARIO 14.06.12 – Staffetta Pagoda-Pomaia 4a tappa: da Radda a Castellina

Quarta tappa   -  14 giugno 2012

da RADDA a CASTELLINA in CHIANTI

 

 

 

Avevo preannunciato a Miranda una partenza di buon’ora e avevo ricevuto tutte le indicazioni. Dove erano le chiavi, come aprire  e dove lasciarle. Mentre stavo adempiendo a tutte queste indicazioni scende una signora, che probabilmente lavora da Miranda, e risolve ogni problema.

 

Ecco che inizia la giornata. Da La Villa riprendo la salita verso Radda. Non entro nella cittadina ma tengo la sinistra lungo una strada con una bella visuale sulla vallata. Passo davanti al ristorante che nel 2008 ci diede la pizza “Voi sì che fate bene, ditemi che cosa volete e buon cammino per domani”.

 

Ora, di prima mattina, tutto è chiuso. Esco dal paese e la strada scende verso la Croce di Sopra. Nell’arrivarvi faccio una gran fatica a trovare il sentiero. Giro tra le case del piccolo borgo in cerca di un segno del Cai e lo trovo in persona. Una signora esce di casa  con il suo bimbo (anche ieri la tipologia era   la stessa: mamma con bimbo – forse entrambe alla ricerca di un ‘asilo’ per il loro piccolo) e le sue indicazioni sono molto più chiare di ogni striscia bianca e rossa (sentieri Cai). Mi spiega a puntino come fare e io gli ripeto il tutto, come un bravo scolaro che fa vedere di aver compreso la lezione… Devo continuare dritto proprio per quella strada, che, come nel risalire un scivolo, mi induce umilmente ad abbassare lo sguardo per  ‘vivere nel presente’ … e in questa consapevolezza sono sempre fermo nel qui ed ora … ehm!

 

Sulla carta è tutto chiaro, è il sentiero 88; ma su nessun muro, su  nessun albero vi si trova l’indicazione. Proseguo, aggirando il Poggio da nord.  E’ un bel sentiero anche se più avanti bisogna fare attenzione a mantenerlo anzichè immettersi direttamente sulla strada asfaltata. Il sentiero prosegue avvicinandosi al rumore delle macchine che passano sulla via poco sopra. Poco ci vuole per giungere sulla strada principale.

 

Per qualche chilometro non ci sono alternative: ti becchi il traffico con i suoi inconvenienti e il più pericoloso di tutti è costituito dalle curve. Ognuna nasconde il tuo antagonista: l’auto, il camion o la moto, ma anche le biciclette! Più  avanti c’è, sulla sinistra, il bivio per Colle Pietroso, segnalato con grande meticolosità dal cartello di un agriturismo. Colle Pietroso è anche un luogo di villette incantate, con il loro bel giardinetto, tutto ben curato e celato da siepi rigogliose che invitano ancor più a sbirciare che cosa nascondano.

 

Si passa tra queste case, tenendo la destra. Poco più avanti uno stradello scende dolcemente mantenendosi sempre a livello senza piegare cioè verso valle.  Di tanto in tanto delle piccole edicole, riportate sulla carta, ti confermano che è proprio ‘quella’ la direzione. Questo percorso si conclude ad un bivio molto marcato. La salita sulla sinistra volge chiaramente in su verso la strada provinciale. Dall’altro lato si scende. Dai proviamoci! Via via ci si  avvicina ad una terra più coltivata, ad un bell’orto, ad un prato di un verde lucente. Si passa davanti ad un bel casolare da affittare per le vacanze. Non ha recinzioni. Vi si arriva dallo stradello  percorso, mentre se ne esce da una strada carreggiabile che termina davanti ad una più invadente che sale presuntuosa verso la provinciale e scende senza scrupoli verso valle. È l’incrocio che nel 2008 ci aveva intimorito, facendoci risalire verso l’asfalto che avevamo cercato con buona volontà di lasciare lassù in alto.

 

Ora però non posso fare a meno di rischiare. C’è segnato sulla carta e quindi perchè non tentare? Sapevo che il  rischio consisteva ‘semplicemente’ nel dover risalire tutta quella ‘bella’ discesa verso la Murrucciaglia. Di tanto in tanto si evidenziava qualche segnale di presenza umana, un campo di zafferano ben tenuto, delle buffe scritte qua e là lungo il torrente (poi saprò che sono frutto dei giochi fantasiosi di bambini lì in vacanza). Murracciaglia è un  agglomerato di cascinali restaurati a puntino con una vista  senza confine sul Chianti.

 

Mi insospettiscono una serie di cartelli bianchi con pallini gialli, altri rossi e blu. Chissà che vorranno mai dire. Uno indica di salire, un altro punta giù verso la discesa fino poi a fermarsi davanti ad un cancello, l’ultimo prosegue dritto verso un capanno.  C’era comunque un’altra alternativa … perdere un bella strada di terra che risaliva dritta verso la strada asfaltata, mettendo  così fine a questo tentativo. Scelgo rassegnato quest’ultima ma, mentre  salgo, scende una macchina imbiancata dal terriccio delle strade senesi.

 

In un posto come quello la curiosità ti ferma (per me, data l’andatura,  è più facile …). La signora mi chiede da dove vengo e dove sto andando, parla inglese, la lingua di casa tra questi colli senesi. Le rispondo ma  cerco di semplificare la comunicazione “Parla italiano?”. La signora mi guarda con la mente  in equilibrio su un attimo di stupore “Ma di qua non ho mai visto passare un italiano a piedi, solo tedeschi e inglesi!”. Mi dispiace mettere in crisi le sue statistiche, ci sono anche italiani … anche se uno solo! Non vuole a tutti i costi farmi risalire. “Mio marito ha messo, con tanto di paletti e colori, tutte le indicazioni per i diversi itinerari, ci tiene che le persone sappiano quante opportunità offre la frazione di Murracciaglia”.

 

Salgo in macchina con lei e insieme scendiamo verso la sua abitazione. Una volta giunti comincia a chiamare a gran voce il marito perchè avesse lui l’onore di condurmi lungo la strada tracciata con i pallini colorati. “Sarà a lavorare nei campi e non sente, comunque …” e mi indica il percorso da fare, me lo indica di nuovo …“Non puoi sbagliare, sempre diritto. Superi il magazzino e la strada continua verso su. Stai attento, perché dopo poco troverai una indicazione sulla sinistra per ‘Castellina’. Prendi pure quel sentiero, ti porta a Somma Villa”. Intanto nelle miei mani due boccette d’acqua vuote  si muovono piagnucolose  “Sì, vieni che te le riempio” e oltre alle boccettine giunge anche un bicchiere colmo. Non c’è regalo più gradito per l’escursionista! Mi accomiato lasciando cadere un occhio sull’eleganza dell’ambiente, fatto apposta per godere appieno la bellezza del paesaggio. “Se prosegui in quella direzione arrivi al Podere di Somma Villa, ieri eravamo a cena con loro, e da qui proseguirai per Castellina”. E così di fatto avviene.

 

Quando giungo a Somma Villa, nel giardino di una villa sovrastante, vi è una signora, ci salutiamo . Sta raccogliendo delle … ciliege e sarà proprio una grossa manciata di ciliege  a sigillare la nostra intesa amichevole che si risolve in un “Prendi di là e prosegui sino a La Doccia, da lì si vedrà il paese e troverai facilmente il modo di salirvi”. E ora eccomi verso La Doccia. Arrivandovi chiedo qualche informazione ma dai gesti capisco che l’italiano in questo luogo è sconosciuto. A questo vocio si affaccia dalla porta di una casa accanto un signora, questa sì  italiana. Mi fa notare che questa è una proprietà privata ma mi lascia passare.  Ecco che mi trovo su una … “autostrada” che sale verso la cittadina. Ci vuole poco per sbucare nei pressi del cimitero.

 

Salgo verso Castellina. Nel percorre la strada principale rivivo passo a passo i luoghi che ci avevano visto nel 2008 vendere le nostre magliette sulla questione Tibet. Guarda caso proprio in piazza incontro il parroco che ci aveva sistemati in modo un po’ avventuroso nell’unico spazio a sua disposizione (… un garage!) che ora è inagibile per dei lavori che vanno avanti da non so quanto. Mi dice che vi potrebbe essere la possibilità di pernottamento presso il Circolo, lungo la strada di ingresso, sulla sinistra. Quando vado a chiedere del responsabile, mi dicono che arriva nel pomeriggio. Faccio un giretto, compro qualcosa per il pranzo e mangio nel verde giardino della casa degli anziani. E’ vuoto, a quell’ora anche loro sono a pranzo.

 

Vado al Circolo e aspetto al bar. Quando arrivano parliamo del progetto e dei suoi sviluppi. Pensavano che tutto questo fosse per la … prossima settimana, ma si sono tranquillizzati sapendo che sarà per il prossimo … anno! Ci darebbero per dormire il locale del cinema. Chissà perchè non azzardo a chieder di aprirlo anche a me per quella sera. E così li lascio e come un orfano vado gironzolando per il paese. Mi fermo ad un ristorante pensando che questo fosse il luogo più indicato per riflettere  e fare il punto. Poco fuori dal paese trovo un campo di ulivi che era stato appena lavorato, l’erba tagliata come sempre è il miglior materasso. Mi fermo a contemplare la giornata trascorsa, affacciato ad una vallata che il sole sta spegnendo. Monto la tendina, ma il sonno tarda a venire data la novità di questa leggerissima tenda per la prima volta messa all’opera… il sonno  prende infine possesso di me.

 

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