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DIARIO 18.06.12 – Staffetta della pace: da Miemo a Riparbella

Ottava Tappa    18 giu 2012,   lunedì

Da Miemo a Riparbella

Di mattino c’è la condensa nella tendina a darmi il buon giorno. Fuori il chiarore del cielo preannuncia una giornata calda. Ho bisogno di togliermi un po’ di umidità dalle essa. Qualche postura yoga mi fa bene anche se devo trovare lo spazio tra uno  spunzone d’erba e l’altro. Ci vogliono pochi passi per lasciare Miemo e trovarsi su una strada sterrata in cui gli alberi sembrano indurre soggezione anche alle auto.

 

Chissà se riuscirò a trovare il sentiero per Riparbella, al di là delle montagne che ci separano.  Sono tentato a svoltare verso sinistra ad ogni più piccolo viottolo . Ne prendo uno, dopo una curva, lo percorro ma diviene più avanti sempre più silenzioso fino a dissolvervi in un campo di grano. Come sempre do  subito credito ad ogni sentiero, salvo poi ripiegarmi su “Mi sembrava proprio ‘quello’!”  Comunque lo spunto mi serve … almeno per immergermi in paesaggi inesplorati. Infine eccolo, il suo ingresso  non è quel viottolo che lambisce un casolare. È una vera e propria carreggiabile che, dall’aspetto, sembra che stia solo attendendo il catrame per farsi più bella.

 

Un cartello, nuovo come la strada, indica ‘Riparbella  – Comune operatore di pace’. Non c’è niente di meglio che volgere in su. La strada comincia a salire e da qui in poi bisogna scordarsi salite e discese. Sono troppe e subdole. Sali e ti spetti di vedere il mare e invece trovi una discesa da cui la strada, con un ghirigoro, torna a salire.

Trovo anche chi sta lavorando a fare di questo percorso una ‘superstrada’: mezzi pesanti scavano e trasportano, fissati a terra già vi sono i paletti che indicano ‘strade’, più che sentieri. Tutto sembra più adatto alle ruote di un suv che ai piedi di un pellegrino. Infatti è eccessivo per carrarecce escursionistiche, mentre non lo è … per un progetto di ampliamento delle pale eoliche. Alle attuali 12 se ne aggiungeranno altre 15.

Non smetto di prendere nota di eventuali posti di riposo e ristoro per una prossima edizione, ma sembra una strada desiderosa unicamente di quel sole cocente che la giornata gli sta regalando. E’ un percorso complesso perché da Miemo in poi non si trova dove prendere acqua. Pochissimi agriturismi ancora dormono in attesa di aprirsi alla nuova stagione.

Quelle pale a vento sul crinale più alto indicano che la strada inizierà a volgersi verso il mare. Avvicinandomi infatti, se si ha il coraggio di attraversare un incrocio degno della più bizzarra rotatoria, si comincia a scendere. Purtroppo la bellezza della nuova strada sterrata è tale solo per le macchine e le moto … nell’indiffferenza del loro salire regalano puzzo e polvere … occorre la mascherina che si usa per sbiclettare nel traffico cittadino.

Quell’impegnativo percorso diviene ora una continua discesa verso valle. Già bassi si trova l’oasi deserta di un ristorante-agriturismo. È aperto ma  non si trova nessuno in giro, percorro un soffice prato con alberi e viottoli ben curati senza incontrare nessuno, se non una coppia che, come me vaga nel nulla. E dire che all’ingresso c’è un capanno di accoglienza con tanto di biglietteria.  Il ristorante mostra solo, dai suoi finestroni, tavoli da pranzo irraggiungibili. E’ la località il Doccino … che nonostante il nome mi lascia a secco.

Occorrerà scendere ancora un poco, al di là di una cava che fa il suo lavoro, per trovare sulla sinistra una bella villa in cui il proprietario si dà da fare a riempire le mie due bottigliette d’acqua! E’ un tesoro, lui e l’acqua che tra gentilezza e ristoro contribuiscono allo stesso compito: scendere per quel tratto ormai breve che conduce a Riparbella.

Un nuovo quartiere è sorto sulle pendici della montagna e una signora scende a piedi per andare in paese. Mi sembra una compagna di avventura, forse di una ancor più impegnativa della mia, pensando al suo dover risalire.

Mi ritrovo a Riparbella. Con alcune telefonate, quando ancora la cittadina era lontana, avevo rintracciato il responsabile della palestra e avevo preso un appuntamento con il Sindaco. L’orario mi permette ancora di andarlo a trovare. Vengo accolto all’ingresso del Comune con uno sguardo che sale e scende insieme ad una domanda sottaciuta: “Ma da dove viene questo sudicione?”, ma quando inizio a parlare del progetto che mi ha condotto fin qui l’intesa ha il sopravvento. Non è forse Riparbella un ‘Comune operatore di pace’? … e come può non dar retta a chi da La Pagoda si muove verso l’Istituto Lama Tzong Khapa?

Parlo con il Sindaco illustrandogli il progetto. Non ci riconosciamo, forse qualcosa è cambiata dal cammino del 2008, forse anche solo  il luogo dell’incontro che in precedenza era stato molto più informale …  La segretaria con grande disponibilità e attenzione si dà da fare per stampare un disegno che avevo piacere di regalare a Lama Tenzing Thenpel.

Il responsabile della palestra è impegnato e quindi, in quel lasso di tempo, approfitto per visitare una bottega … uscendone con una bella focaccia che … in certi momenti diviene ancor più buona. Nel caldo ormai incombente delle tredici il responsabile della palestra mi chiama al cellulare: “Sono libero per un momento, ci troviamo per le chiavi davanti alla palestra”.  Con gli ultimi due bocconi finisco la focaccia mentre scendo  verso il Comune. Ci troviamo nel giardinetto della scuola, adiacente la palestra.

La chiave però non gira … e bisogna brigare un po’. Sono dispiaciuto per il tempo che deve sottrarre ai suoi impegni. Si susseguono i tentativi senza esito che costano un accaldato (ore 13.30!) andirivieni tra palestra e Comune in cerca delle chiavi ‘giuste’. Alla fine, in un gancio dell’armadietto in Comune salta fuori. “Eccola!!! Finalmente!”

Mi lascia a disposizione la palestra che con la sua doccia e materassi preannuncia una buona nottata. In Comune la segretaria mi aveva dato la mappa della cittadina e gli eventi. Questi ultimi però debordavano dal mio tempo a Riparbella, mentre la prima suggeriva vari luoghi in cui schiacciare un pisolino e fare un po’ di yoga. Il giardino più a sud !!!! …  pur essendo molto verde nella mappa non lo era nei fatti. La domenica appena passata aveva lasciato i segni del divertimento trascorso. Comunque un posticino si riesce a trovarlo, sottraendosi al sole di cui oggi ero sazio. Una signora con il suo piccolo, dall’altra parte della piazza, gioca con parole e indovinelli, qualche moto rumoreggia in attesa di un parcheggio. Il pomeriggio trascorre nel riposo.

Verso sera risalgo il paese per visitare l’altro giardino dove vi è anche una pizzeria… Incontro alcuni ristoranti lungo la strada, ma chiusi nei loro muri e non promettono quell’aria di cui avevo bisogno. Alla pizzeria una veloce pizza (… che originalità!) è sufficiente per riscendere a lenti passi lungo il paese verso il Comune e la palestra che mi attende.

I lavori di rifacimento dei marciapiedi  rendono poco accogliente il paesaggio circostante, ma negli ampi spazi della palestra trovo quell’isola da cui contemplare il mare increspato delle montagne e delle vallate tra cui oggi ho fatto vela. Eppoi c’è  l’amica stanchezza che bussa alla porta e mi conduce ad un profondo riposo.

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