search
top

… non assomigliano a niente … “Giardini” di Umberto Fiori

Una poesia, ridurre a due piani d’ascensore lo stupore e l’imbarazzo, la salvezza e il pericolo del qui.

 

Umberto Fiori,  ”Giardini”

Nelle aiuole qua intorno

sotto gli alberi

corrono i cani.

Poi silenzio, nessuno.

Allora questi tre sedili al sole

e i cespugli pieni di fiori

si lasciano vedere come sono.

Chiari, sono, e diventano

sempre più chiari.

Anche le piante: chiare foglia per foglia.

E le ombre nell’erba esatte,

e nel sentiero i sassi. uno per uno.

fatti così, così,

e sempre più precisi, finché di colpo

non assomigliano a niente:

ci sono, sono qui davvero.

Si sente tutta la salvezza allora,

tutto il pericolo.

E si rimane

lì, dritti, con le mani

in mano. Si sta come in ascensore

con uno, con un signore,

per un paio di piani.

Poesia presentata da Bill Dodd ai “Venerdì di Bibbiena” il 12 aprile 13

 

 

Comments are closed.

top