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Vesak, qualcosa rimane

Ogni cosa, nel suo passare, lascia l’ombra del suo profumo. Così è anche per il Vesak, i fiori dell’altare  stanno sfidando l’improvviso caldo che sta sopraggiungendo. L’esito è  tutto da vedere. C’è qualcosa d’altro che rimane,  non tanto nostalgie o stanchezze organizzative. Rimangono, dietro ai colori dei fiori e dei piatti tradizionali dello Sri Lanka e del Bangladesh, quelli dei volti di chi si è immerso in quella giornata. Da lui a lei, da questo a quello. C’è chi vi è venuto per quel poco tempo rosicato agli impegni di lavoro, chi di più chi di meno. La pioggia ha sfiorato la giornata, soprattutto allorchè si stava avviando la nostra meditazione camminata con la Comunità di Camaldoli. La presenza contemplativa che ognuno porta con sé, lo stupore della vita, ci ha fatto ritrovare tra letture, meditazione e poesie un messaggio che non si sa se nascosto nelle parole o nel silenzio. La vitalità di questa Festa è nella presenza di un mondo che sta crescendo, tanti i volti, gli sguardi di bambini, tante le mani di  quei piccini che, con il loro movimento tra le braccia della mamma, sembrano voler abbracciare il mondo intero.

Alla sera il tempo rasserenato ha permesso di vivere la Festa della Luna nuova con la ”Cena intorno al fuoco”. Semplici momenti in cui, esprimendosi con il fare, si vive più intensamente.

 

 

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