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Dalai Lama a Livorno – proposte per un’Etica secolare 15.06.14

Dalai Lama, Livorno 2014: l’etica secolare che unisce tutta l’umanità. Nessuno ne parla.

La Pagoda ringrazia  Gianni Taeshin Da Valle per averci inviato la sintesi dell’incontro

Mentre tutti si sono concentrati sulla figura del Dalai Lama e su tutto ciò che può fare notizia, pochi si sono focalizzati su un insegnamento molto importante del leader spirituale del popolo tibetano.
L’ETICA SECOLARE che potrebbe unire tutta l’umanità: l’etica al di là delle religioni, il dialogo interreligioso, allo scopo di costruire una maggiore pace sociale.

Il DALAI LAMA ha esordito ricordando a sé stesso e ad un pubblico di circa 7.000 persone al Modigliani Forum il 14/06/2014, venuta da ogni parte del mondo, la sua semplice natura di essere umano, al di là delle differenze di nazionalità e di culto; è infatti quando gli esseri umani si focalizzano sulle differenze, che si frappongono quelle distanze, che non possono che causare odio, violenza e guerre, che non vi sarebbero se si partisse dal presupposto che siamo tutti uguali, tutti portatori di esperienze comuni, tutti esseri umani.

Affinché emerga tale consapevolezza, il Dalai Lama ritiene sia necessario sviluppare un’etica che possa adattarsi ai 7 miliardi di persone che popolano la Terra, tra le quali 6 miliardi si professano credenti e un miliardo sono sono atei.

Quest’etica dovrà, quindi, basarsi su solidi principi morali, ma allo stesso tempo trascendere le singole religioni. Quanti, infatti, tra quei 6 miliardi che si professano religiosi sono stati poi coinvolti in scandali, inganni, corruzione, per la debolezza o la mancanza di principi morali? E’ sufficiente pensare a fenomeni di stretta attualità politica per rendersene conto, così come alle numerose vittime uccise nel nome dello stesso dio o di culti differenti.

Ed è partendo da questa considerazione che Sua Santità ha spiegato come sia totalmente sbagliato coltivare attaccamento nei confronti della propria religione, perché è proprio lo sviluppo di tale sentimento distorto a generare violenze e guerre.

Così facendo, infatti, la religione si trasforma in veicolo di odio, un po’ come una medicina che invece di curare uccide. Tale mancanza di principi morali deve quindi essere vinta, secondo il Dalai Lama, con la creazione di un’etica secolare per il mondo. Ed è proprio dal significato della parola “secolare” che emerge chiaramente la visione del Dalai Lama.  In Occidente tale espressione sottende una connotazione antireligiosa, sviluppatasi durante la Rivoluzione Francese, che rifiuta totalmente il messaggio religioso, In India è avvenuto il contrario. Nella Costituzione indiana infatti secolarismo non indica antagonismo nei confronti della religione, bensì rispetto e tolleranza per ogni credo, così come per chi è ateo.

In quest’ultima prospettiva, il secolarismo è un messaggio trasversale che è in grado di rispondere ai problemi sociali odierni. Al fine di promuovere questa nuova forma di etica sarà dunque necessario, ad avviso del Dalai Lama, intervenire sull’educazione delle nuove generazioni, introducendo dall’asilo fino all’università lo studio della cosiddetta “igiene mentale”. In tal senso fattori quali l’odio o l’attaccamento  vengono considerati vere e proprie malattie mentali che distraggono la mente impedendole di vedere la realtà così com’è e quindi di identificare le soluzioni necessarie per pacificarla. Perché ciò possa attuarsi, è necessario che si sviluppino interesse ed entusiasmo individuale volto all’educazione secondo un’etica secolare, basata su tre elementi fondamentali.

Il primo viene identificato da Sua Santità come la dipendenza gli uni dagli altri: fin dalla nascita, infatti, gli esseri viventi dipendono proprio dalla gentilezza degli altri, in primis dalla madre. Tale dipendenza non viene mai meno, neppure con il passare degli anni, essendo scritta nella nostra costituzione genetica. Oltre a ciò, Sua Santità ha ricordato la natura di “animale sociale” dell’essere umano che, per natura, tende a stare insieme ai suoi simili, nella società. Ed infatti, indipendentemente dallo status o dal grado di istruzione, ogni persona dipende, non solo dagli altri singolarmente, ma anche dalla società in cui vive. Pertanto diventa essenziale lo sviluppo della fiducia e della cooperazione sociale, così da ridurre progressivamente, sia a livello familiare che sociale, l’egoismo.

Infine, un ruolo importante giocano le scoperte scientifiche, sempre più orientate allo studio della mente e delle emozioni. E’ ormai risaputo come la salute mentale sia in stretta connessione con il corpo fisico, per cui odio, gelosia ed altri sentimenti che disturbano negativamente la mente disturbano anche il sistema immunitario, rendendo il corpo debole.

Per questo il Dalai Lama suggerisce di cambiare l’approccio ai problemi, di guardarli da diverse angolazioni. Porta ad esempio proprio la sua stessa esperienza: pur vivendo quale rifugiato, tale status gli ha permesso di viaggiare e di arricchirsi di nuove conoscenze, sicuramente maggiori di quelle che avrebbe avuto se fosse rimasto solo in Tibet.

Attualmente, diverse università internazionali, tra cui quella di Delhi, Stanford e del Wisconsin, hanno avviato diversi progetti per sviluppare programmi di studio e di addestramento rivolti in particolare agli insegnanti, che verranno così messi in grado di sostenere questa rinnovata visione della vita.  La visione del Dalai Lama è realmente applicabile alla società moderna perché l’approccio secolare, per la sua connotazione laica, ma basata su principi morali universalmente condivisi, si potrà applicare indistintamente a tutti gli individui. Sarà però essenziale la già richiamata cooperazione, affinché l’etica secolare non si riduca ad una semplice visione filosofica, ma possa trovare una reale applicazione nella nostra società, ad ogni livello.

Gianni Taeshin Da Valle, Laogai Research Foundation, 17/06/2014

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