25 gen, sensazioni – Stefano Masetti
25 gennaio 2015
Il sole sta tramontando e la cupola della Pagoda, recentemente ristrutturata, scintilla più che mai anche grazie alla luce di due faretti che la illuminano dall’esterno facendone risaltare il color madreperla. Dentro alla casa si respira un senso di leggerezza e di attesa che aumenta a mano a mano che giungono i numerosi ospiti. Quando, finalmente, tutti hanno trovato il loro posto a sedere prende la parola Rodolfo che ricorda le ragioni dell’incontro e i progetti passati e futuri da parte dell’associazione che rappresenta. La sua voce calma e flautata e l’invito ai presenti a passarsi una candela accesa come simbolo della propria luce interiore contribuiscono a far rallentare i respiri, acuendo allo stesso tempo la sensibilità e la concentrazione. Quando poi Massimiliano inizia a miscelare con sapienza i suoni elettronici e Massimo fa vibrare l’acciaio temperato del proprio hang quasi tutti chiudono gli occhi. Per un attimo mi sorge il dubbio che si siano addormentati ma poi capisco che stanno semplicemente sperimentando qualcosa di piacevole e di bello che vive dentro di loro, ognuno a suo modo e che forse ritrovano durante le loro meditazioni individuali. Nei volti distesi di coloro che hanno gli occhi aperti traspare invece un accenno di sorriso che mi porta ad avvicinarmi al microfono con estrema naturalezza senza il timore che qualche giudizio possa scalfire il mio ego. Non è la prima volta che mi capita di leggere dei testi in pubblico, ma oggi ogni parola che pronuncio ha un peso diverso, acquista una vita propria forse perché nutrita dall’energia positiva che pervade la stanza. Questa non è un’esibizione ma un momento di raccoglimento collettivo dove tutti veniamo risucchiati nel medesimo punto d’attrazione. Suoni e parole vibrano da una mente all’altra e si richiamano a vicenda come fra le due semisfere vuote dell’hang. Grazie Rodolfo e grazie a tutti gli amici della Pagoda.
Ci siamo accordati
Parole, prima delle poesie
Stefano Rosselli