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Anumodana – Pregare per la pace Thich Nhat Hanh

Testi di: “Preghiera della pace” di Thich Nhat Hanh; Condivisione della gioia dei meriti

 Anumodana –  “Preghiera della pace” di Thich Nhat Hanh

Preghiera finale alla Cerimonia interreligiosa di Camaldoli il 18 maggio 2015

 

Riempiamo il nostro cuore di compassione

Dobbiamo dunque essere davvero uniti gli uni agli altri.

Dobbiamo essere consapevoli della fonte dell’essere comune a tutti noi e a tutte le cose viventi.

Evocando la presenza della Grande Compassione, dobbiamo riempirci il cuore della nostra compassione per noi stessi e per tutti gli esseri viventi.

Preghiamo perché tutti gli esseri viventi si rendano conto che sono tutti fratelli e sorelle che si nutrono tutti alla stessa fonte di vita.

Preghiamo perché noi stessi cessiamo di essere causa di sofferenza gli uni per gli altri.

Decidiamoci a vivere in modo da non privare altri esseri viventi di aria, acqua, cibo, rifugio o della possibilità di vivere.

Con umiltà, consapevoli dell’esistenza della vita e delle sofferenze che ci circondano, preghiamo perché la pace regni nel nostro cuore e nel mondo intero.

Amen.

 

 

  Anumodana
Condivisione della gioia dei meriti


Questa pratica potrebbe essere indicata, in modo più esteso e completo, come “richiesta agli esseri di gioire nel kamma positivo che è stato generato e beneficiarne così loro stessi”; spesso la parola anumodana è tradotta con “benedizioni”, ma questo termine dà l’idea di un’invocazione di un potere esterno su qualcuno, mentre in realtà si chiamano tutti gli esseri a condividere la positività di qualcosa che è stato fatto.
Spesso si dice che la persona che chiama gli altri esseri a gioire con lei, sta “condividendo i meriti”: ma come possono i meriti (traduzione impropria di punna, che indica ogni tipo di azione che pulisce e purifica la mente dell’agente) essere davvero condivisi? “Io sono proprietario del mio kamma, erede del mio kamma…”, come può dunque essere diviso e spartito con altri esseri? Ciò che si fa davvero non è spartire ma dedicare il proprio punna
agli altri esseri (talvolta a qualcuno che sta soffrendo, come un genitore, un parente, un amico, ecc., oppure generalmente a tutti gli esseri). Tramite questa dedica, si chiede agli esseri di gioire, i quali facendolo generano kamma positivo che è la causa diretta della loro felicità. Il “Sicuro Cammino” menzionato nei versi seguenti è la conseguenza de “l’ingresso-nella-corrente”, ossia quando qualcuno ha visto il Nibbana per la prima volta, conoscendo il Dhamma direttamente e personalmente, e non può più decadere in una bassa, subumana rinascita.
I versi seguenti sono parte di una lunghissima composizione in pali del Re del Siam Mahamongkut (Rama IV).

Punnassidani katassa
Yanannani katani me
Tesanca bhagino hontu
Sattanantapamanaka.
Maya dinnana punnanam
Anumodanahetuna
Sabbe satta sada hontu
Avera sukhajivino
Khemappadanca pappontu
Tesasa sijjhatam subha.


Possa il punna
da me generato,
ora o in altri momenti,
essere condiviso da tutti gli esseri –
infiniti, incommensurabili.
Grazie alla gioia scaturita da questa causa,
dal dono di punna
da me offerto,
possano tutti gli esseri vivere per sempre
una vita felice e libera dall’odio,
e possano essi trovare il Sicuro Sentiero,
e veder realizzati tutti i loro propositi.

Finita questa recitazione si dovrebbe stare quieti per alcuni istanti, con il cuore pieno di gentilezza per ogni creatura; quindi, concludere il servizio facendo altre tre prostrazioni.

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