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Il cammino

 

«Caminante no hay camino

Se haze camino el andar»

A. Machado

” Viandante, non c’è strada, la strada si fa camminando”

Proverbios y Cantares XXIX” [Proverbi e canzoni 29], Campos de Castilla (1912)

 

Hai messo in moto la Ruota. Hai iniziato il primo passo di un cammino che si definisce strada facendo, che si dipana dal gomitolo del Divenire, che si tesse sul tessuto della Vita mentre ci si eleva di quota verso una vetta di montagna in una giornata estiva. Ci sono tappe sudate che raggiungerai dopo assolati sentieri, bramerai soste all’ombra di faggi e castagni mentre un refolo di vento fruscia un mantra più antico della nascita del Cosmo, troverai ristoro in bivacchi ombrosi nel cuore della foresta dove i simboli e le emozioni si intrecciano tra loro e possono assumere le diverse apparenze di gentili boscaioli, di un suonatore di sitar in cerca d’ispirazione o che avranno le sembianze di boy scout cattolici che si professano atei, oppure vedrai compiersi davanti ai tuoi occhi le metamorfosi di cinghiali che un tempo furono uomini frementi e di uomini inquieti cheoggi sono nugoli di fastidiosi tafayrni.

Se osserverai con attenzione l’incedere dei tuoi passi prima o poi ti accorgerai che stai compiendo un percorso circolare, che ogni spostamento anche minimo troverà un suo senso che dipende dalla distanza dal Centro della Ruota che hai messo in moto e che si definisce in ogni suo istante.

Lungo il cammino verso la Meta ci saranno stazioni dove rifocillarsi, incontri favorevoli, mutazioni meteorologiche, ostacoli imprevisti, smarrimenti temporanei, ma con stupore ti accorgerai che non stai procedendo solamente nello Spazio, ma che invece stai seguendo anche le impronte che gli attimi hanno lasciato nel Tempo e, nuovamente, ti renderai conto dell’indivisibilità dell’Essere e del Vivere.

Non esistono percorsi rettilinei nello spaziotempo che non siano astratti, così come non esiste un futuro già definito, semplicemente perché il futuro non esiste e lo si definisce strada facendo,proprio come il sentiero che stai percorrendo.

Avrai la sensazione non sempre piacevole di essere in un labirinto che confonde la ragione e dove è facile perdere persino la coscienza di essere al suo interno o di trovarvisi all’esterno. Vagherai nel vuoto di passi perduti sul ciglio della strada, mostruose macchine sposteranno colonne d’aria che ti frusteranno, treni sferraglianti accoglieranno i tuoi bisogni di traslocazione, passanti benevoli saluteranno il tuo pellegrinaggio. Non perderti d’animo amico mio se avrai i crampi o il mal di piedi, non avere fretta di accelerare il flusso se sei stufo di camminare, non cercare di resistere con impeti muscolari al caos di vie intricate, non assecondare la disgregazione di pavimentazioni dissolute, non temere la sferza del sole o il fragore del temporale.

Unisci il movimento con la quiete, il sale con l’acqua, le note con i silenzi. Connetti nuvole e fulmini tra loro, la polvere con i profumi, le api con i girasoli, le risate con gli sconcerti. Interfaccia il bene del mondo con il malessere del vivere se vuoi andare oltre entrambi.

Apri la tua mente come le ali di un falco che si libra su una termica. Libera il tuo cuore dai veleni e dai rancori e ascolta il pulsare della Vita. La piena Consapevolezza di ciò che si è e di ciò che si faconsente di vedere il filo di lana che impedisce lo smarrimento di se stessi in una realtà illusoria che gioca con se stessa tra specchi e labirinti. Alla fine del percorso, di ogni percorso, i capi del filo di Arianna ti ricondurranno un’altra volta allo stesso gomitolo di partenza. Tornerai suoi tuoi passi, tornerai te stesso per un’altra volta, ma sarai comunque un altro te stesso perché nel cambiamento c’è il senso del Divenire. La Ruota gira. Gira la Ruota!

Vieni con me amico mio.

 

 

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