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L’Ing. Martinelli, fondatore de La Pagoda, Professore al Geometri – nel ricordo di Davide, suo allievo

L’Ing. Martinelli, che ha ideato e realizzato il Tempio de La Pagoda, Professore al Geometri di Arezzo nel ricordo di  Daniele Alfani (a dx nella foto), suo studente in quegli anni.  

 Siamo nell’anno scolastico 1974-75 all’Istituto Tecnico per Geometri di Arezzo quando era ancora in via Leone Leoni e precisamente in una Classe del Terzo Anno. Entra il nuovo insegnante di Topografia, l’Ing. Luigi Martinelli.

 Proprio quell’anno il “Professor” Martinelli aveva scelto di tralasciare i propri impegni nel settore industriale e di dedicarsi all’insegnamento. Era per lui una esperienza mai fatta e con la sua propensione a conoscere la realtà da diversi angolature  l’Istituto rappresentava il luogo adatto per cimentarsi con questa attività.

 Una figura particolare, alquanto basso di statura, si presentava in classe con una atteggiamento mite che ingranava con difficoltà con il clima fin troppo irrequieto che si respirava in classe. Anche oggi, quando di tanto in tanto ci ritroviamo, parliamo con un senso di rammarico di quei momenti e di come ci siamo comportati con il Professore.

 Nonostante il suo atteggiamento assai rispettoso in classe, si rivolgeva a noi con il “lei” e il suo voto non scendeva quasi mai sotto al 6, spesso veniva indotto a parlare dei suoi viaggi, per curiosità o per far passare l’ora.

 Erano gli anni in cui stava realizzando il Tempio de La Pagoda e questa sua opera stimolava in noi studenti domande su domande che spesso assumevano le sembianze di un reale coinvolgimento. 

 Nell’anno scolastico 1974/75 ha ricoperto la cattedra di Topografia ma fino ad allora, come si diceva, la sua attività si volgeva all’Estero, specie in India e in Sud America ma a queste si intercalavano viaggio in altri Paesi. Di temperamento eccentrico, in Argentina, se mi ricordo bene, aveva aperto una fabbrica di carte da gioco e apriva fabbriche dalle attività più eccentriche. 

 Tornando al clima-classe, pur non avendo inciso come si impegnava a fare sulla didattica – spesso la lavagna si riempiva di formule da cui non se ne usciva salvi – lo si ricorda con tanto affetto.

 Dopo aver lasciato la scuola, in realtà la sua esperienza didattica durò solo un anno, tornò più tardi, nel 1976, con la moglie. In una di queste visite lo prendemmo di forza tra le braccia, come fanno i tifosi con il loro “mito”, per farlo saltare. Non solo, si fece in classe una colletta per comprargli una statuetta del Buddha da porre a La Pagoda!

 

 

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