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Pranidhana – intenzione, risoluzione, voto del Bodhisattva – Rivelazioni del Buddha vol.II

A proposito di pranidhana.  Nel Buddhismo Mahayana con questo termine si indica il “voto“, la risoluzione che il Bodhisattva fa propria, si tratta di una determinazione di coscienza. In Rivalazione del Buddha II,1566 si legge: ” E la solenne promessa di cercare di ottenere il risveglio per il bene di tutti gli esseri viventi ” – testi scelti da Rodolfo Savini, in corsivo i termini chiave in relazione al tema prescelto. 

 

Retta voto. Pensiero del risveglio. Genera tale pensiero. A spirazione.

Sempre in questo testo a p. 958 si dice che il primo sorgere del risveglio del Bodhisattva è il retto voto (samyak-pranidhana) che precede e riassorbe in sè tutti i diversi volti. Il Bodhisattva che dirige la mente al risveglio formula  questo fermo pensiero: “Oh, possa io risvegliarmi al supremo, perfetto  risveglio ed essere benefattore di tutti gli esseri, e possa io a farli dimorare in questo fine ultimo che è il nirvana e nella conoscenza del Buddha (Tatta gata)”.  Questi, in tal modo, genera il pensiero aspirando sia al suo stesso risveglio che al bene di tutti gli esseri viventi. Dunque il sorgere del pensiero ha la forma dell’aspirazione. Ed è proprio avendo per supporto il risveglio e il bene degli esseri che il sorgere del pensiero aspira, non certo senza avere questi per supporto.  Perciò il sorgere del pensiero ha per supporto il risveglio e il bene di tutti gli esseri. E il sorgere del pensiero è benefico perché al fine di raccogliere tutte le radici benefiche dei fattori del risveglio è  ciò che si trova al primo posto, è dotato delle supreme qualità benefiche, è  fausto, è sommamente fausto, è buono, è sommamente buono e contrasta la cattiva condotta del corpo, della parola e della mente in riferimento a tutte le creature.  E di tutti i retti volti diversi da questo, benefici in riferimento agli scopi mondani e oltremondani, il migliore è questo sommo retto voto, cioè il primo sorgere del pensiero del risveglio del Bodhisattva. In tal modo, bisogna conoscere il primo sorgere del pensiero, in relazione alla sua natura propria e anche in relazione alla forma, al supporto, alle qualità e all’eccellenza. E  avendo realizzato questo pensiero, il  Bodhisattva  perviene gradualmente alla supremo perfetto risveglio, non certo senza averlo realizzato. Perciò questo sorgere del pensiero è la radice del sommo perfetto risveglio. E il Bodhisattva,  compassionevole nei confronti delle creature sofferenti, genera il pensiero con l’intenzione di salvarle. Perciò il sorgere del pensiero è una diretta derivazione della compassione”. Tratto dal Bodhisattvabhuni

RvB II, 907  cit. di KhenchenThrangu Rinpoche “Ci sono due modi di per coltivare quel pensiero del risveglio. Quali sono?  Il primo è che un maestro nostro amico spirituale, una persona su cui facciamo affidamento, insegni il   pensiero del risveglio, e ci parli delle sue buone qualità, e ci dica: ‘Sarebbe bene che tu suscitassi il pensiero che aspira sudremo risveglio, in effetti, tu devi suscitare il pensiero che aspira al supremo risveglio’.  Avendo riflettuto su queste parole, noi suscitiamo il pensiero che aspira al supremo risveglio. Questo è il primo modo per suscitare il pensiero del risveglio, ed è un buon modo. Il secondo modo è cominciare a suscitare la compassione. Il pensiero del risveglio sorgerà naturalmente. Il primo modo è buono, ma il secondo è stabile e potente.  Perciò, il modo migliore per suscitare il pensiero del risveglio dipende dalla grande compassione

L’esercizio continuato genera l’intenzione. Impeto della compassione. RvB II,856 Il Cammino di mezzo. 3.1  La compassione è alla base del pensiero del risveglio. E così,  in forza  , per mezzo del voto di estrarre  dal samsara tutti gli esseri, per il praticante sorge senza sforzo, il pensiero (citta indica sia il  pensiero che l’intenzione) del risveglio che si manifesta come desiderio di un perfetto risveglio senza superiore. Così  è stato detto (…): “vedendo gli esseri privi di difese, privi di rifugio, privi di protezione, egli suscita dapprima il pensiero volto alla compassione e poi genera l’intenzione di realizzare il perfetto risveglio senza superiore’. (…) Il Beato ha definito decisamente migliore il pensiero del risveglio che sorge spontaneamente nel Bodhisattva da un  impeto  (vega) della compassione”. 3.2 Il pensiero del risveglio senza la pratica e con la pratica. E così è detto (…): ” Poiché, tu, un grande re, sei molto occupato, hai molti impegni, sei completamente, radicalmente, assolutamente impossibilitato a esercitare le perfezioni dalla generosità alla saggezza, allora, o gran re, sia camminando, sia stando in piedi, sia stando seduto, sia riposando, sia stando sveglio, sia mangiando, sia bevendo,  ricorda continuamente, medita continuamente, suscita continuamente il desiderio del perfetto risveglio, la fede nel perfetto risveglio, l’aspirazione al perfetto risveglio e il voto per il perfetto risveglio.   Avendo riunito le radici di merito (kusalamula) passate, future e presenti di tutti i Buddha, Bodhisattva, nobili Uditori, Buddha solitari e degli uomini comuni con le tue personali,  rallegrati con la massima gioia compartecipe (anumodana).  Dopo aver praticato la gioia compartecipe, offri queste radici in venerazione di tutti i Buddha, Bodhisattva, Buddha solitari e venerabili Uditori. Fatto ciò, condividile con tutti gli esseri.  Quindi, affinché tutti gli esseri ottengano l’onniscienza, cioè realizzino completamente tutte le virtù di un Buddha, volgile al perfetto risveglio senza superiore tre volte al giorno. O  gran re, praticando in tal modo, regnerai, non abbandonerai compiti reali e porterai a perfezione gli equipaggiamenti di virtù e saggezza necessarie per il risveglio”.

RvB II,777. Introduzione alla pratica del risveglio. 5.18: ” facciamo dunque sì che il nostro pensiero sia ben governato e ben custodito. A che mi servono, di grazia, tutti gli altri voti, se non osservo quello più importante di tutti, la custodia del pensiero? ”

La suprema aspirazione RvB II,756-760 Introduzione alla pratica del risveglio (Bodhicaryavatara) 4.  segg  L’occasione favorevole e difficilissima da ottenere – essa che, una volta raggiunta, adempie alla suprema aspirazione dell’uomo! Se non si pensa adesso, in questa vita, ai beni che sono racchiusi in essa, quando mai, di grazia, si presenterà di nuovo? (…)  parimenti, grazie al potere dei Buddha, la mente delle creature si rivolge talvolta, per un istante, verso il bene.  6.  Il bene è dunque sempre debole, e il male invece è forte e tremendo. Che bene mai sarebbe in grado di vincerlo, se non il pensiero il risveglio?  7.  I Buddha hanno visto alla fine questo bene, per cui le felicità, accrescendosi l’un l’altra, inondano la folla immensa delle creature. 8.  (…) Non abbandonate mai il pensiero del risveglio.  10.  Questa effigie impura e corretta del nostro corpo, esso ecco lo pervade e lo converte nella gemmata, preziosissimi immagine di un Buddha. Tenetela, tenetela saldamente questa tintura meravigliosa, che tutto penetra, chiamata pensiero al risveglio! 11.  L’infinita intelligenza delle guide supreme della carovana del mondo lo ha trovato e riconosciuto di gran prezzo: tenetelo, tenettelo saldamente questo gioiello del pensiero del risveglio, voi che, invece di mercati, frequentate i destini dei viventi! 12.  Non altrimenti che il banano, ogni merito, poiché ha dato i suoi frutti, si annienta. L’unico albero che fruttifica sempre e mai si annienta è il pensiero del risveglio. 15-16. Questo pensiero del risveglio può dirsi, in ristretto, di due specie, cioè a dire il voto del risveglio e il viaggio verso il risveglio. La differenza che passa tra l’uno e l’altro è, secondo i savi, quella stessa che vi è tra chi desidera partire e colui che è già in cammino.17.  Il voto del risveglio porta sì gran frutti anche in questa stessa vita, ma non è, come il viaggio verso il risveglio, una fonte in interrotta di meriti. 21-22  La semplice risoluzione di guarire alcune creature dal mal di testa è infinitamente meritoria: a maggior ragione, dunque, quella di colui che vuole liberare tutte le creature dai loro infiniti dolori e provvederle di infinite qualità! 27.  Il semplice desiderio del bene del mondo è più meritorio del culto dei Buddha. Che dire dunque degli sforzi dei Bodhisattva, per dare a tutti gli esseri ogni possibile felicità? 29-30.  Essi sono affamati di felicità e torturati in mille maniere. Colui che li sazia d’ogni felicità, che reciderà tutte le loro torture, che distruggerà il loro offuscamento, dove, di grazia, trovare un uomo così savio, un tale amico, un tale merito? 31. Quelli che rendono bene per bene, sono lodati come un padre: ma che dire del Bodhisattva,  il quale è buono e generoso, senza bisogno di essere sollecitato?

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