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Ven. Ottamasara a Novi Ligure – Conferenze 15-16 nov.2016 – Associazione Scarabeo

Novi Ligure, 15-16 novembre 2016

Associazione Scarabeo

Conferenze meditative guidate dal Ven. Ottamasara

Suggerimenti rimasti e rielaborati dalla mente di un meditante, di rs

 

Noi viviamo in una realtà creata dalle nostre necessità, dalle nostre abitudini. In virtù di scelte e desideri, la realtà viene plasmata per adeguarsi alle nostre esigenze e viene vista attraverso questo filtro. È una realtà da noi trasformata e che a noi si riconnette.

 Anche noi praticanti siamo immersi in tale contesto e quindi abbiamo la responsabilità di agire scegliendo di mettere in atto azioni meritorie senza limiti, di coltivare la preziosa qualità dell’abbandono e del distacco via via più affinati.

 La nostra pratica consiste nell’attivare un processo dinamico tra consapevolezza e distacco. Il processo si auto-consolida, in quanto un elemento aiuta l’altro ad emergere dalla coscienza e ad orientare la qualità del nostro agire.

Questa attitudine può svilupparsi nella realtà creata attraverso la pratica individuale, ma per lo più si consolida in un contesto protetto, quale un Sangha, cioè una comunità di praticanti più o meno estesa. Il Centro di ThaBarwa, nei pressi di Rangoon in Myanmar (Birmania) e fondato dal Ven. Ottamasara, opera proprio in tal senso. È un luogo protetto in cui i valori della verità-realtà vengono coltivati e consolidati in una atmosfera di condivisione.

 Questa abilità può essere coltivata in ogni circostanza: se ad esempio provo sonnolenza, sarò, anche in tal caso,  sollecitato dalla pratica a volgere la consapevolezza verso tale stato per poi poterne coltivare il distacco.

 Di grande sostegno è quindi il Sangha, che costituisce una cassa di risonanza per sperimentare la comprensione dell’impermanenza e del non-io: tutto scorre e nulla può essere afferrato e trattenuto, da qui si adombrano i primi sintomi di insoddisfazione. Di conseguenza anche l’io è un flusso di aggregati, che solo per abitudine si raddensano e a cui si dà un nome: si crea appunto un “io”.

 La  pratica si rafforza, all’interno della Comunità, con più semplicità data l’interazione che pervade ogni esperienza. Ogni meditante consolida con la propria pratica involontariamente anche quella dell’altro. Prendono forma quelle potenzialità necessarie per cogliere al meglio la realtà-verità quale senso profondo di ogni esperienza.

 Si capovolgono le relazioni: da una mente che dipende dall’esterno ad una mente che “dipende” dal distacco e dalla consapevolezza. L’esperienza di una verità che non dipenda da altro segna il fulcro di una profonda trasformazione della qualità del nostro vivere.

 La connessione consapevolezza-distacco è lo strumento di cui è necessario impadronirsi per distaccarsi da una mente condizionata e cominciare al contempo ad agire “veramente”: staccarsi dalla mente, ma non dalle cose da fare.

 Con pazienza, ritornare ad applicare, senza dimenticarsene e in ogni contingenza, la qualità trasformativa di consapevolezza-distacco.

 Per esempio, fuori dal Centro di ThaBarwa ci sono famiglie, parenti, amici, nemici,…. vi sono i molteplici aspetti da noi creati, la “realtà creata” appunto, ma, per chi opera all’interno del Centro ci sono solo “meditanti”, vi è solo una “grande famiglia”, tutti amici del Dharma, tutti impegnati a sostenere azioni buone e meritorie per creare una atmosfera unificante.

 In tale contesto, ci si può accorgere con più immediatezza che nessuno medita “per se stesso”, la meditazione ci libera dall’egoismo dell’io e quindi necessariamente crea relazioni altruistiche. Tutti siamo parte, consapevoli o meno che si sia, di una natura impermanente, di un io impermalente e condividere con serenità tale esperienza aiuta ad essere realmente presenti ai ritmi della vita.

 La trasformazione meditativa, cioè quella indotta dalla dinamica consapevolezza-distacco, induce un progressivo volgersi dall’io al non-io, dal sè al non-sè, da un “qualcuno” ad un “nessuno”.

 Cambia radicalmente il punto di vista: ci accorgiamo che siamo uno tra i tanti meditanti che volge la propria attenzione a sé, alla propria famiglia, ai propri cari, senza dimenticarsi degli altri.

 Pratichiamo assieme.

a cura di Rodolfo Savini

 

 

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