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Ascoltare come se fosse la prima volta – Gunaratana cap. 16

Nella relazione con tutto ciò che lo circonda l’ “io” genera delle reazioni, dà consistenza a delle abitudini. Per il meditante tutto questo diviene sostegno alla pratica, fonte e strumento di allenamento per allentare la barriera delle contaminazioni nei confronti del “non-io”. La sensazione di essere vivi, la consapevolezza di ciò che questo vuol dire, diviene uno stato che continuamente si rinnova e lede la nostra visione condizionata delle relazioni. Ascoltare come se fosse la prima volta.

Il respiro dalla noia della ripetitività alla gioia dell’esperienza. L’impermanenza, il continuo fluire, non sono causa di dolore, lo è il nostro attaccamento. Osservare il nostro disagio, sofferenza, dolore è sperimentare l’impossibilità che ha l’io a fermare o accelerare il disagio nel stare con il divenire. Troviamo i pensieri ma non colui che li pensa. La solidità si dissolve. La coscienza, in virtù di una visione chiara, pura e profonda, si trasforma e diviene partecipe essa stessa al flusso di fenomeni impersonali in continuo cambiamento.

Tratto da Gunaratana, La pratica della consapevolezza, Ubaldini, 1995 p. 166sgg.

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