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Io-non io, febbraio con Tae Hye sunim

Tae Hye sunim, abate del Tempio Musag Am, Tempio della non-forma di Lerici (SP) ci ha inviato queste indicazioni per la pratica di Dharma - febbraio 2017 (2561 EB): “Io/non io”. Siamo lieti di questo inoltro e ancor più di poterlo condividere. Con riconoscenza, il CD  de La Pagoda

Qualche giorno fa è cominciato l’anno del gallo nel calendario lunare. In oriente si crede che le persone nate sotto il segno del gallo siano amabili e ricche di fascino, ma anche vanitose e amino stare al centro dell’attenzione. Può essere vero o no, ma indipendentemente dall’anno di nascita molte persone hanno atteggiamenti come se loro fossero il centro del mondo, come se tutto ruotasse attorno a loro, sovente con l’aggravante di non esserne consapevoli, purtroppo, e questa è la cosa più difficile da raddrizzare.  Il loro pensare gira sulle loro proprietà, le loro credenze e opinioni, le loro abitudini, le loro identificazioni etniche, religiosi o politiche ecc. Siamo e diventiamo  quello che pensiamo.  I pensieri egocentrici aumentano l’egocentrismo.  Un istante di saggezza può spazzare via molti di questi residui karmici; un istante crea due istanti e così via se si segue un percorso in modo serio. Non serioso. E’ il Dharma in azione!

Nel buddhismo si parla dell’illusorietà dell’io e si invita a superare tutti i tipi di egocentrismo.  Ciò è possibile, se pratichiamo la consapevolezza basata sulla mente aperta.  Così siamo consapevoli sia dei contenuti della mente che del conoscitore (io), e in un modo naturale diventiamo una terza cosa, il testimone silente.  Nello stato di silenzio interiore vediamo realisticamente i nostri ostacoli: aggressività, avidità, orgoglio, attaccamenti, rancori, paure… Vedere gli ostacoli è l’inizio della liberazione.

Le persone che hanno cominciato a praticare il Dharma non sempre realizzano il non-io.  Ci sono anchepraticanti che sempre parlano delle loro attività altruistiche (“io ho fatto…”); o che si aspettano ricompensemorali o materiali rimanendo delusi quando non arrivano; praticanti che si vantano delle loro conoscenze teoriche; o sono orgogliosi della loro scuola buddhista o del loro maestro, con pregiudizi verso altre scuole o insegnamenti benché in realtà li conoscano solo superficialmente.

Per la pratica del mese di febbraio consiglio di notare ogni giorno:

- quante volte al giorno dico “io”?

- sono attaccato alle opinioni “mie”, pensando che gli altri dovrebbero pensare e agire come penso “io”?

- anche nella meditazione c’è “io” che cerca qualche esperienza particolare?

- è possibile lasciare andare questo ego, senza sentirsi persi, demotivati e vivere più in armonia, più propositivi senza aspettative eccessive, con meno sensi di colpa, zavorre, sorridendo di più?

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Un giorno, durante un discorso, Suzuki-roshi disse: ”Quando siete completamente assorbiti nel respiro, non c’è nessun io.  Che cos’è il vostro respiro?  Il respiro non è voi, neppure aria.  Che cos’è?  E’ assolutamente non io.  Quando non c’è io, c’è totale libertà.  Poiché avete questa stupida idea di io, avete un mucchio di problemi.”  (Shunryu Suzuki roshi: “Lo zen è qui”)

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“Prima di agire o parlare,

bisogna esaminare la propria mente,

portarla in uno stato di stabilità,

poi agire come si deve.” (Shantideva)

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