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L’acqua della goccia: chi sono io? Uno spunto tratto da Lo Zefiro

Riporto con un affetto particolare queste righe. Sono il messaggio essenziale che definisce la nostra presenza e l’immediatezza con cui ci identifichiamo con una sola faccia della realtà. Ringrazio in particolare Marco Lazzeri che l’ha posta quale apertura de lo Zefiro. 

Sotto ho riportato l’indicazione per incontrare Panikkar sul Gange, a Varanasi, che ci parla proprio di questa acqua che è goccia

Per me sono righe che scriverò e riscriverò sul diario del cuore. Rodolfo

“Ognuno di noi è una goccia d’acqua. Quest’acqua a un certo momento o evapora nel nulla o cade nel mare… Quando noi moriamo cosa capita alla mia goccia d’acqua? Dipende da chi sono io: la goccia d’acqua o l’acqua della goccia? Se sono la goccia d’acqua, la goccia d’acqua sparisce, muore; se durante la mia vita ho superato il mio individualismo, il mio egoismo e mi sono scoperto acqua e non soltanto goccia, non mi capita niente, anzi divento più acqua, non muoio… È la tensione superficiale che fa la goccia, è la nostra sostanza che fa l’acqua. Abbiamo tutti la possibilità di scoprirci acqua”.

 Raimon Panikkar 

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