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Nirvana e Samsara nella Scuola Ch’an del Ven. Hsu Yun

Poiché è molto importante capire esattamente fin dall’inizio il significato di questi due termini, Samsara e Nirvana, o Forma e Vuoto come essi sono frequentemente chiamati, noi illustreremo la distinzione fra essi. Immaginiamo una stanza, un salotto nella casa della signora Jane Doe. In questa stanza un essere umano siede su un sofà di velluto blu. Difronte al sofà ci sono due sediedi seta imbottite . Alle estremità del sofà ci sono dei tavoli su cui stanno delle lampade le quali hanno larghe e increspate ombre. Sul pavimento c’è un tappeto con medaglioni rosa crema e sulle pareti ci sono molti quadri ad olio che portano la firma di Jane Doe. Le finestre sono aperte e una forte brezza muove le tende dentro la stanza. All’esterno, il ramo di un pioppo sbatte ritmicamente contro i vetri di una finestra. Un orologio su una mensola suona le undici in punto. Questa descrizione delle cose esattamente come esse sono nella realtà del Nirvana o del Vuoto.

Ora immaginiamo la stessa stanza come è vista attraverso gli occhi della persona che siede sul sofà. Diciamo che questa persona è Louisa Doe, la nipote di Miss Jane Doe che è venuta in risposta ad un invito. Mentre la zietta è occupata in cucina, la nipote si guarda intorno nella stanza e dice fra sé e sé: “Quei dipinti sono atroci. Nessuna meraviglia che la povera donna non si fosse mai sposata. E quei paralumi. Che orrore! Ma questo sofà è cosotsissimo. Deve averlo pagato una fortuna. Ricordo di averlo visto un anno fa ed esso sembra sempre lo stesso. Così soffice.troppo cattivo non sono nella Duncan Phyle. Signore, essa dovrebbe mettere a posto quelle sedie! I braccioli sono giustamente “grungy”. Ma questo tappeto.scommetterei che è un tappeto orientale autentico. Sì.questo deve essere quello che ha comprato al Cairo. Quella brezza significa guai. Mi domando se ho lasciato aperti i finestrini dell’auto. Sarebbe meglio tagliare quel ramo prima che esso possa rompere un vetro. Le undici in punto! Ah, quello è il vecchio orologio di Hamilton, papà dice -giustamente- che è il suo. Spero di poter essere fuori di qui per mezzogiorno. Mi domando se pensa di lasciarmi questo luogo a me”.

Questa descrizione delle cose veduta attraverso l’intervento dell’ego è la distorsione della realtà, il Samsara o la Forma. Non c’è nessuna intrinseca differenza fra la Forma e il Vuoto. Semplicemente li percepiamo in modo diverso. Sia nel Samsara che nel Nirvana la stanza era la stessa. Ma nel Nirvana non c’era giudizio accurato o valutazione. Non c’erano ricordi o piani, nessun “prima e dopo”, nessun “ciò che era solito essere”, o “ciò che dovrebbe essere”, o “ciò che sarà”. Non c’era alcun pregiudiziale “io” o “me”. Nel Nirvana c’è solo “è”. E la percezione di ciò che “è” è diretto, spontaneo, e, come accade, accompagnato da una profonda gioia e serenità.

Tratto da:
Selezione da il Settimo Mondo del Buddhismo Chan – Una guida per principianti alla storia e alla pratica del Buddhismo Chan di Ming Zhen Shakya (Precedentemente Chuan Yuan Shakya).Traduzione ad opera di Fa Hu (Yao Sheng). Capitolo 5: I sei mondi del Samsara

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