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Pagoda-Careggi, la credenziale della solidarietà

All’Ospedale di Cereggi a Firenze lo scorso anno, il 18apr16, si è firmata una intesa per realizzare una Sala di Preghiera interreligiosa ovvero una Sala di silenzio e raccoglimento per tutti coloro, religiosi o laici che sentano il bisogno di sostare al cospetto di ciò che accade e proprio il 6 aprile 2017 è stata inaugurata nel Padiglione 12 nei pressi dell’Aula Magna dell’Ospedale alla presenta del Presidente del Consiglio.

Ecco perché il cammino di fine aprile Pagoda-Careggi aggiunge qualcosa in più alle altre esperienze. Finora i nostri cammini sono stati dei “pellegrinaggi” ad altri luoghi di spiritualità. Siamo partiti da La Pagoda per andare all’Istituto Lama Tzong Khapa, al Centro Ewam di Firenze, al Santacittarama, all’Eremo di Camaldoli, dalle Suore Camaldolesi di Contra-Partina e a La Verna. A queste esperienze sentiamo il bisogno di aggiungerne, come dicevo, un’altra.

I pellegrinaggi de La Pagoda sono sempre stati occasione per “entrare in sintonia” passo dopo passo con la vita come ricerca, o meglio verso l’uomo che-si-domanda, pur diverse che siano le sue orme, le sue parole.

Attraverso i sentieri sconosciuti di internet, ho fatto una scoperta e la sensibilità si è attivata senza incertezze. Questo luogo di raccoglimento creato a Careggi è un luogo particolare, come sedersi sotto un ulivo in collina per contemplare lo spazio in-cui-siamo. Riecheggia nella mia mente la Raum der Stille, la Stanze del silenzio aperta a Berlino proprio nelle mura di Brandeburgo, dove ancora riecheggia l’eco di sofferenza della guerra, eppure è proprio lì che la vita si incontra con la vita.

L’anno passato come dicevo, il 18 aprile 16, è stata firmata una intesa tra religiosi, laici, agnostici e rappresentanti dell’Ospedale per dar vita a questo spazio ‘neutro’ , ‘vuoto’ da ogni simbolo, ovvero ‘colmo di tutto‘. Tant’è che lì in un armadio sono contenuti i testi cui i diversi orientamenti si ispirano. Inoltre proprio dal 7 febbraio di quest’anno si è avviata una serie di incontri programmati fino a dicembre ’17 per alimentare il valore di questa esperienza concreta: i Dialoghi dai luoghi di cura.

Da parte della nostra Associazione poter fare di questo luogo una meta di pellegrinaggio è occasione per aggiungere un altro tassello ad un cammino che non è solo animato da un dialogo con la natura – spesso idealizzata nella sua bellezza – ma si apre a più dimensioni, a quella spirituale, come siamo soliti fare, e ora a quella della solidarietà, oltre all’incontro con le diverse espressioni artistiche che ravvivano la nostra terra.

Questa volta il pellegrinaggio aiuta ad aprire un altro cerchio. Le attività della Pagoda hanno avvolto e avvolgeranno nel cerchio della meditazione di consapevolezza le bellezze della natura e dell’arte, poi anche l’intensità spirituale dei luoghi frequentati e ora il cerchio si apre abbracciando l’esperienza della malattia. I pellegrinaggi sono l’occasione per commuoversi di fronte alla natura, alla ricchezza della storia, alla spiritualità, alla fragilità della vita.

La meditazione di consapevolezza, che sviluppiamo dal 28 aprile al 1 maggio ’17, prende avvio da La Pagoda per risalire verso l’Alto Casentino, valicare il Pratomagno, scendere all’Abbazia di Vallombrova, quindi a Pontassieve e da qui verso Firenze laddove lo spazio si restringe nell’incontro con la sofferenza, la malattia, con la mia malattia. Per non dire dell’ulteriore passo verso … lasciamo ad ognuno di noi la possibilità di scegliere la parola idonea.

Nel cerchio di gioia e di dolore la Sala di preghiera è il perno della scommessa che la vita fa con se stessa.

La gioia non è dispersività, il dolore non è una parete spinosa, entrambi si incontrano nell’intimità della presenza, della mia presenza, qui e ora, come testimone e attore di questa breve esperienza tra gli spazi sconfinati del tempo e della storia.

Seduto osservo, forse per la prima volta, nella profondità dimenticata di me stesso, il lume della compassione e della benevolenza. Ma ancor più il loro mutamento in una gioia senza parole, del tutto inaspettata, che si disegna sul viso con un cenno delle labbra, con la lucentezza degli occhi.

Una lacrima scivola nel cuore e risveglia alla fragile e meravigliosa ricchezza della vita con i suoi molteplici volti.

Ora ci accorgiamo del valore che riserbano gli insegnamenti sul Dong Len ravvivati dai nostri precedenti pellegrinaggi al Centro Ewam di Firenze. Allora mi sembravano un esercizio, ora – e speriamo di ritrovare qui i praticanti e gli insegnanti del Centro Ewam – appaiono un’esperienza senza scampo, il confronto della nascita con il suo estremo opposto per vivere il senso di ciò su cui entrambe galleggiano.

Camminare richiede tempo, meditare è entrare nel tempo.

 

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