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Satyananda Das Baul, al prossimo anno!

Il concerto del 29 novembre ’17 ci ha riproposto (per la seconda volta qui a La Pagoda)  l’occasione di passare una serata con i musicisti Satyananda Das Baul e Hori Dasi. Non posso negare l’impulso sottaciuto di riprovare le emozioni  dello scorso anno. Eppure siamo riusciti sia noi che loro, a fare quel passo in più verso una intesa che ha travalicato l’orario di un “Concerto”.

La rappresentazione  ha rianimato i ricordi, Satyananda è riuscito con la musica, la danza, l’espressività a farmi dimenticare il passato per riscoprire la trascinante novità della presenza Baul qui a La Pagoda.

Non sono stato coinvolto tanto dall’ascoltare una musica etnica, la musica Baul è davvero un massaggio ad un cuore senza confini. Satyananda proviene da una cittadina presso Calcutta. Come altri musicisti Baul esprime, con la sua arte, la gioia di vedere ciò che gli occhi non vedono, di ascoltare la musica che le orecchie non sentono.

Il paradosso è che proprio così riescono a dar voce all’Uomo del Cuore, come appunto si chiama il loro canto. Le radici della musica di Satyananda e dei Baul sono in ogni cuore e, con intensità, cercano miracolosamente di far sbocciare quella lode di un amore incondizionato che inebria.

Questo irruente fiume in piena riesce a trovare nel cuore di ognuno, o meglio, del mio sicuramente!, lo spazio per trasformare il cantore in un alchimista, in un mago dell’anima, che sa toccare corde profonde. È per questo che non mi sento di dire che è bella (cosa che già in sè ne esprimerebbe appieno la qualità), né un motivetto che crea un’abitudine piacevole all’orecchio.

Quando, seduti a cerchio a La Pagoda, lo ascolto è una conversione, scopro la vitalità celata nel torpore, l’entusiasmo celato dall’indifferenza. Mi dà qualcosa che non riesco a ripetere, è un salto al gradino più alto, è qualcosa  che ti sospinge avanti, che ti aiuta a ritrovare l’armonia dei tuoi progetti, che pulisce la mente per renderla più capace di cogliere il vibrante calore del proprio fare, del proprio essere-qui.

Ciò che esprimono non è loro e non è di nessuno, è simile all’eterno fluire del respiro, alla ricchezza inesauribile dell’essere presenti al cospetto della poliedrica sorpresa del quotidiano.

Così è stato per Bob Dylan, che dopo aver conosciuto Lolan Das Baul a Calcutta, più volte lo ha voluto nelle sue tournée negli Stati Uniti, o per Allen Ginsberg o ancora per Tagore, anche lui di Calcutta.

Questo incontro tra Tagore e i Baul ha dato vita ad una ricca sinergia, da ultimo è stato proprio Satyananda che, finito il concerto, riuniti attorno ad un buffet preparato con la musica nel cuore, non ha resistito ad aprire il suo…restando con noi  a cantarci le poesie d’amore di Tagore fino a tarda notte.

Non celare il segreto del tuo cuore

Non celare il segreto del tuo cuore,

amico mio.

Dillo a me, solo a me, in segreto.

Tu che sorridi tanto gentilmente,

sussurralo sommessamente,

il mio cuore l’udrà,

non le mie orecchie.

La notte è fonda,

la casa è silenziosa,

i nidi degli uccelli

son coperti di sonno.

Dimmi tra lacrime esitanti,

tra sorrisi titubanti,

tra dolore e dolce vergogna,

il segreto del tuo cuore.

Rabindranath Tagore

 

 

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