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Dove si nasconde il respiro? Terza Elementare – esperienza pratica

Dove si nasconde il respiro? Beh, usualmente non si nasconde…ma si fa sentire eccome! ora con una voce più o meno pacata ora più o meno altisonante! Senza andare troppo lontano però lo scoviamo … in ogni parola che pronunciamo! Anzi, ancor prima … nel suono di ogni lettera!!! E il tutto sull’onda dell’……espiro!!!

Così nasce il gioco del presentarsi per notare nel proprio nome quei variegati ingredienti di vocali e consonanti. Che suono stridente avrebbero queste ultime se non scivolassero sul flusso più pacato delle vocali!

Ancor più nell’alfabeto ogni consonante, per esprimersi, ha bisogno di poggiarsi su una vocale…e allora sono proprio queste ultime le Regine del suono, proprio loro rendono manifesto il segreto del respiro…eccole qui!
BC20AF8D-23D9-4F67-A72D-88B8ED1670DFSulla lavagna un foglio a soffietto si aprire e dopo l’alfabeto, dopo la sonorizzazione di ogni lettera si percepisce la ricchezza e l’autonomia delle vocali e … un passo in più. A E I O U? Sì, nel nostro alfabeto, ma, aprendo un’altra pagina del nostro soffietto, tra i Celti….A O U E I!
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Perchè andare a scomodare i Celti? La sequenza delle vocali così poste (ma ci sono tante strade diverse!) evoca, nella pratica yoga, l’emergere dell’espiro dall’addome al petto, l’impulso del diaframma e della gabbia toracica a sospingerlo verso la parte più retratta della gola per farlo via via sibilare nel suo ultimo vibrare verso l’alto.

Questo primo percorso ci ha condotti dal nostro nome, all’individuazione della sonorità che ogni vocale nasconde il sè funzionale ad un vibrante risveglio del respiro. Un colpo di campana tibetana gli dà l’avvio…A O U E I…è un tocco di cembali ne suggella il compimento.

L’elasticità del respiro … in cerca di un aiuto … la troviamo nel movimento delle braccia. Seduti nel Diamante (o simili!) vediamo le braccia che salgono di lato e scendono davanti o viceversa … e così i movimenti di susseguono girando in un senso e poi nell’altro con le mani …che si incontrano giunte al petto … ecco dove ci vuole condurre il respiro!…a percepire il respiro del cuore! È lì che il riempiere e il vuotare si fondono nell’unità che allude…al divino che è in noi, al namastè!
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A questo punto la durata del respiro.
Sempre seduti … sono le braccia che ora cambiamo gioco … salgono e scendono davanti a noi…per scoprire il segreto delle scatoloni!

Lo scatolone…è il mio respiro, ora si riempie ora si vuota ma che succede se, sollevando quello scatolone, ne scopro un altro? Allora ecco che riempio l’addome e poi il torace! E se dentro ve ne è ancora uno? Ecco vi è anche la respirazione alta!
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Davanti a me le braccia non più saliranno e scenderanno, ma faranno ora una breve pausa e ora due … quanti aspetti da scoprire in un … respiro!!!

E quanto coraggio ci vuole … a seguire il respiro quando vuole giocare con se stesso! Ebbene, ora sale continuativamente, ora si scompone i tre parti solo nel vuotare, ora solo nel riempire eppoi sia nell’uno che nell’altro per tornare infine … solo uno a salire e scendere. Ora sappiamo qualcosa in più sui segreti del respiro!
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Assieme le nostre braccia op! oop! ooop! (ricordiamo i tre scatoloni?) salgono e scendono ma manca il più … dove trovare la sorgente di questi tre respiri che si nascondo dentro di noi? Non preoccupatevi … ecco il sacchetto di riso … da 300 gr. …. ma dove? Sulla pancia?! Davvero!!! Ognuno con il suo sacchetto di riso sulla pancia scopre ed esercita la respirazione addominale, la miniera del nostro respiro.
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Distesi a terra con i piedi vicino a sè il riso sale e scende e intuiamo che davvero ogni respiro è un sorriso silenzioso che la vita ci regala!!!

Rodolfo Savini
Gennaio-aprile 2018

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