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La retta azione, pratica di novembre con Tar Hye sunim

Il Ven. Tae Hye sunim è Abate del Tempio buddhista Musang Am, il Tempio della Non-forma, di Lerici (SP)

Indicazioni per la pratica di Dharma: novembre 2018 (2562 EB): Retta azione

Nell’insegnamento del Buddha dalla retta visione deriva naturalmente il retto (non egocentrico) modo di pensare, e, di conseguenza, la retta parola, così come anche la retta azione. La retta azione include: 1) non-violenza, 2) astenersi dal prendere ciò che non è stato dato, 3) astenersi dalla condotta sessuale irresponsabile, e 4) non assumere sostanze inebrianti. Di solito i laici buddhisti prendono i cinque precetti, comprendenti anche la retta parola. I cinque precetti non sono comandamenti dati dall’alto, ma piuttosto linee guida per vivere in modo saggio, non causando sofferenze a se stessi e agli altri e promuovendo la felicità per tutti gli esseri senzienti.

Ogni praticante dovrebbe riflettere sul significato di questi principi nella propria vita.  Il primo precetto viene tradotto spesso “non uccidere esseri senzienti”. La traduzione più esatta sarebbe “non distruggere la vita”, poiché la parola pāna (in sanscrito prāna) significa “vita/respiro/energia vitale”. Il praticante può riflettere: cosa significa “non distruggere la vita”? Dalla non-violenza deriva il vegetarianesimo? La violenza è giustificata in caso di difesa, per esempio nella difesa della nazione? Gli “esseri senzienti” nel buddhismo sono esseri dotati di volontà (animali, esseri umani, deva ecc)  -  è la volontà che crea il karma.

Il secondo dei cinque precetti è non prendere qualcosa che non sia stato dato (volontariamente). Esso non significa solo il furto di beni materiali, ma include p.es. l’evasione fiscale, viaggiare nei mezzi pubblici senza biglietto, fare telefonate private dal telefono del posto di lavoro, rubare tempo ed energia ad un’altra persona costringendola ad ascoltare le proprie chiacchiere.

L’abuso sessuale, ossia “piaceri sensoriali scorretti”, comprende ogni forma di sessualità che non sia basata sul rispetto reciproco e che causi sofferenze, ad es. tradire il proprio partner.  Nel buddhismo l’etica non si basa sui tabù e i pregiudizi, ma sul principio di non creare sofferenza inutile.  Il comportamento sessuale responsabile si applica allo stesso modo nei rapporti eterosessuali edomosessuali.

Siccome il buddismo enfatizza la consapevolezza e la chiarezza della mente, è naturale che il praticante meditatore eviti l’uso di sostanze che intossicano la mente.  Queste possono sì causare momentanee gioie artificiali, ma sono dannose per la salute e facilmente portano a comportamenti stupidi.  I praticanti dovrebbero riflettere: è bene se mi astengo dall’alcol completamente, o mi concedo un bicchiere di vino o birra in alcuni contesti? Che dire del fumo, la dipendenza dalla nicotina? Nelle mie abitudini ci sono altre cose inebrianti che creano dipendenza?

La retta azione significa anche fare buone azioni altruistiche, aiutando i bisognosi quando possibile.La pratica del Dharma non è solo meditare, ma anche aiutare i centri buddhisti con karma-yoga o donazioni e offrire ogni tanto cibo ai monaci e alle monache (preparando il pranzo al tempio o invitando i monastici a pranzare fuori).   Molti laici asiatici fanno poca meditazione, ma aiutano i templi ed i monastici, rendendo così possibile l’attività del tempio ad offerte libere, senza pagamenti dei corsi.

Fare azioni buone spontaneamente, senza un ego che vuole essere lodato o ricompensato, è detto wu-wei, la “non-azione” o “agire senza azioni”.

Osservare i cinque precetti non solo a livello più evidente, ma anche nelle varie situazioni della vita che ci portano a cause e condizioni sempre in cambiamento, inaspettate, non sempre gradite, è già un passo consapevole ed importante nella Via per realizzare la liberazione dalla sofferenza.

Chi vuole può anche scrivermi sue riflessioni personali e considerazioni in merito a questo tema.
taehyesunim@gmail.com

Maestro Sheng-yen:

Nella vita quotidiana

quando cammini, stai nel tuo camminare;

quando dormi, stai nel tuo dormire.

Stai in tutto ciò che fai:

senza secondi fini,

senza distrazioni esterne,

senza pensieri interferenti.

Questa è autodisciplina.

 

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