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27-29dic, come il Buddha sulla Via di Francesco. Diario cammino 27dic-1gen’19. Da La Pagoda al Santacittarama.

Primo anno e primo percorso! Perchè perderci delle Tappe lungo un percorso che in più di 17 tappe ci conduce da La Pagoda al Monastero buddhista del Santacittarama? Abbiamo trovato la soluzione!! Ogni anno si faranno alcune tappe in relazione al tempo disponibile… San Francesco non aveva orari di lavoro e ferie programmate…

Questo primo percorso prevede tappe a La Pagoda (il 27dic’18), a La Verna, a Pieve Santo Stefano, ad Anghiari e infine a Monterchi (31dic). Da qui, nel pomeriggio con il bus-treno si tornerà a La Pagoda per festeggiare il Capodanno! Che ne dite? Grazie ai partecipanti e a tutti!, vi attendiamo per il prossimo…

Qui di seguito il diario dei primi tre giorni, dal 27 a La Pagoda ad 29 a Pieve Santo Stefano

 

27 dicembre – Ritrovo a La Pagoda

Ci siamo ritrovati in serata a La Pagoda. Dopo una cena conviviale, il rintocco della campana comincia a cadenzare i tempi del nostro cammino: un momento di sosta nello spazio interiore. Il respiro si fa un lieve andirivieni e preannuncia la nostra giornata di domani che prevede l’ascesa a La Verna. Ma ora ci conduce al riposo.

 

28 dicembre – da La Pagoda al Santuario de La Verna

Il sole invernale sorge tardi e per noi è l’occasione per dedicarci a preparare la giornata. Momenti noti ad ogni pellegrino. Qui a La Pagoda non mancano tappetini e cuscini, il necessario per trasformare il sonno in raccoglimento e questo, filtrato attraverso la ricchezza dello Yoga e del Pranayama (l’attenzione al respiro), in attività.

La prima tappa comincia. Per chi non lo sapesse questo momento segna l’avvio del primo percorso di un cammino pluriennale che di anno in anno ci avvicinerà sempre più alla sua meta: il Monastero Theravada del Santacittarama, nei pressi di Rieti.

Il clima, meno freddo degli indici stagionali, richiede comunque all’organismo i suoi tempi per trovare il ritmo di questi passi silenziosi dalle orme marcate e ben definite. Dopo la prima salita, breve ma impegnativa, via via si sale. Si superano due cancelli e si giunge ad un bel casolare da cui si apre un’ampia prospettiva sulla vallata del Casentino.

Si segue il declivio della carrareccia, da esperti … troviamo sulla sx il viottolo verso Taena. Si sale su un campo coltivato ad ulivi lasciando poco sotto il sentiero Cai … sappiamo ormai che più avanti una frana lo rende difficilmente praticabile. Sulla sx qualche stinta indicazione bianco-rossa ricorda una variante al sentiero che sale alla Croce di Sarna che presenta un notevole dislivello.

Taena è già davanti a noi. Il piccolo borgo si raccoglie attorno alla piazzetta con il fontanile, una bellissima (anche la giornata lo consente!) occasione per una sosta, per riempire le borracce e per scattare qualche foto.

Una strada asfaltata ma poco frequentata ci consente di giungere a Rosina. Anche qui la piazzetta con la chiesa di Santa Margherita induce a assaporare il profumo delle pietre e delle misteriose incisioni che ogni anno ci ripropongono un mistero insolubile.

Da Rosina la strada conduce, poco dopo, ad una nuova impresa…la salita alla Croce di Sarna. La salita è resa ancor più faticosa per i ciottoli e le pietre che rendono insicuro il passo. Quando si è fatto il più … ecco il regalo che Gemma ha preparato per noi!
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Ogni anno ci si sofferma davanti ad Tempietto della Luce dove i simboli religiosi, dipinti sulle pietre del muretto a secco, danno l’impressione di vedervi tante isole tra le acque di una pietra e l’altra. Incontreremo altre salite ma il più è fatto! Siamo alla Croce di Sarna. Una breve sosta e poi ancora nella nostra ascesa a La Verna.

Giunti ormai in vista del Santuario dimenticavo una …. terza salita. Bisogna salire in vetta a Poggio Casale per scendere prossimi a La Beccia.
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Questa è una strada in pietra, per lo più rifatta sullo stile originario. Anche qui si sale ma ormai siamo prossimi all’antica porta del Santuario e la fatica si dissolve nella gioia di varcare la soglia e di trovarsi nello spazio sacro prospiciente la chiesa. Il cielo terso rende più profondo lo spazio, le colline si rincorrono con i loro riflessi che sfumano nel confondersi con il cielo.
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L’accoglienza al Santuario è sempre attenta e gradita. Il segretario si premura a volerci condurre nella foresteria dei pellegrini (attenzione: va specificato, altrimenti ti conducono alle camere … di tutt’altro prezzo!) ma ormai sappiamo districarci per giungere, attraverso il salone, alla scala per la camerata dei pellegrini.
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La nostra premura ad iscriverci per garantirci il letto si dissolve nello scoprire che siamo … solo noi! Più tardi arriveranno dei ragazzi scout ma metteranno sui letti solo i sacchi a pelo perchè dopo poco… spariranno per qualche sconosciuta meta notturna.

La doccia ti ridà animo e la voglia di scendere alla chiesa per meditare. Ci si siede sul lato di una navata, proprio davanti alla Natività opera dei Della Robbia (XVsec.) che, nel chiudere gli occhi, ti conduceva, tra immagini, ceramiche e colori nello spazio ampio della chiesa nel tuo cuore. I vespri cadenzano il raccoglimento. Si prova a continuare la meditazione nella Cappella delle Stimmate ma in inverno l’orario non c’è lo consente.
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Tra un the e l’altro si risale alla camerata dove indubbiamente l’aria è più calda e chi sul letto chi sul tappetino ci dedichiamo ad uno yoga più simile allo stretching che a una disciplina orientale…

Vengono presto le 19.00 e si scende verso il refettorio. Come sempre c’è un grande ordine e premura, un rincorrersi di pietanze che girano più volte tra i tavoli…e una cura specifica per chi è vegetariano…! Dopo cena un monaco si avvicina e dopo qualche convivialità ci ricorda che alle 21.00 le porte si chiudono e la luce si spegne per il riposo. Non c’era bisogno delle sue indicazioni…dopo cena si era già a letto! Buonanotte!!

 

29 dicembre – dal Santuario de La Verna a Pieve Santo Stefano
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La nostra sveglia viene di poco anticipata da un colpo del campano: nel Santuario si diffondono i preparativi per il MATTUTINO. Anche noi ci prepariamo. Si scende e a passo rapido si taglia l’aria fredda dell’alba per giungere in chiesa per la Cerimonia. Colazione e poi una Meditazione camminata nel lungo percorso che dalla chiesa conduce alla SALA delle Stimmate. Il cancello, nonostante l’orario, è ancora chiuso e allora una altro cammino a passi lenti e senza…zaino lungo il corridoio.
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Si lascia il Santuario dalla parte opposta a quella da cui siamo giunti. La giornata assolata immersa nell’aria fredda della mattina rende i colori lucenti. Il sentiero lascia però a desiderare. Non per la carrareccia…ma per le indicazioni del Cai, ora scompaiono e ora inaspettate ricompaiono.
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Giunti alla prima strada asfaltata già si sbaglia girando a dx ma tra i boscaioli che troviamo più avanti un giovane ci dà le indicazioni che ci mancavano. Si ritorna sui nostri passi …bisognava girare a sx e poco dopo scendere a dx per una carrareccia che via via si stringeva per l’invadenza della vegetazione. Si giunge ancora ad una strada asfaltata sotto Montalone e anche qui l’incertezza. La carta parla chiaro, giù verso sx. Ormai la strada asfaltata ma sempre a misura di viandante ci conduce, dopo una breve salita, in vista di Pieve S. Stefano. Si trova anche un cartello che indica, sulla dx, un sentiero verso il Castellare, il B&B che ci aspetta. Il viottolo scende ma un cancello impedisce il proseguimento nella “nostra” direzione. Poi la proprietaria del B&B ci dirà che bisognava aprirlo…ma tra tutte quelle mucche ci sembrava di essere … fuori luogo. Si risale sulla via principale che porta dopo poco a Pieve S. Stefano…e proprio davanti ad una piazza con il …bar!!! Dopo essersi concessi un po’ di riposo si sale il breve tratto che porta al Castellare. Mamma e figlia ci attendono e ci conducono alla camera e al bagno…e alla doccia. Purtroppo qualche sorpresa nel riscaldamento c’è stata ma di ospiti c’eravamo solo noi! Comunque i termosifoni hanno cominciato a fare il loro lavoro e così le docce, con qualche incertezza in più, si sono decise a funzionare.

Nello scendere a Pieve già cominciava ad imbrunire e il clima della vallata si era fatto davvero di un freddo pungente. Il passaggio in auto, che i proprietari del B&B ci avevano offerto, era stato declinato sull’onda degli “entusiasmi del pellegrino”. Il caso vuole che un signore in jeep si ferma: “Volete un passaggio?” e … detto-fatto si era in auto!!! Ci conduce a Pieve e ci dà indicazioni sulle chiese “fredde e calde” e sui ristoranti…anzi ci porta ad uno raccomandato ma è chiuso. Fa marcia indietro e via in un’altra direzione ce ne indica un’altro sicuramente aperto.

Dopo la nostra rituale sosta al bar, si formulano ipotesi sul nostro luogo di meditazione e yoga. Il bar non era certo adatto, la chiesa “fredda” ci era stata sconsigliata tout cur, quella principale …..con qualche riserva. Appena giunti escono delle signore che non ci incoraggiano … “È freddissima, stiamo andandocene”. Non è certo un buon biglietto da visita. Eppure avevano ragione, restarvi non era possibile. La porta della sagrestia è aperta, “È permesso? C’è una cappella in cui pregare?” Il parroco ci incoraggia “Adesso vi ci porto!”. Beh! Lo scherzo era riuscito…la cappella, pur piccola e raccolta, era letteralmente gelata! In un angolo una stufetta!!! Il freddo però … pelava e, nonostante fossero ancora le 18.30, si andò a cercare il ristorante “sicuramente” aperto…e di fatto lo era. Ci si ferma alla Pizzeria da Michele e già entrando la temperatura rincuorava. Sui tavoli la cameriera accende una candela di cortesia…non si ha dubbi…”Scusi, c’è ne può portare altre?”. Con le mani sulla candela si riscaldava pian piano …tutto il corpo. Pizza per tutti!

Ci ritorna in mente la disponibilità della proprietaria del B&B a venirci a prendere. Ci sarà stata qualche indecisione? No certo…era stata lei stessa, d’altronde, ad essersi già fatta avanti… “Attenzione al ritorno, scendono i lupi!” …
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Beh! Tra freddo e lupi subito una telefonata: “Potreste venirci a prendere dopo cena?”, la disposta affermativa ci fa prendere un … respiro. Giunti al Castellare il riscaldamento aveva cominciato a lavorare e se ne apprezzarono i risultati! Letti, materassi e coperte…pronte a fare in modo egregio il loro servizio.

 

 

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