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VIDEO Perugia-Assisi, riflessione sulla Marcia di pace di dom 7ottobre18

Perugia –  Assisi, Marcia per la pace

ECCO IL LINK PER IL VIDEO SULLA NOSTRA ESPERIENZA

https://youtu.be/xPQvhb6cLAY

Da La Pagoda al Cammino di Pace Perugia-Assisi, riflessioni 

Lasciando Assisi, sulla via del ritorno

Sul  binario una molteplicità di volti, stature, colori aspetta il treno verso Perugia. Non hanno il pullman che li porta a destinazione ora al Trentino ora alla Sicilia. Come Olivetta che attende al…Gate due il suo pullman che, giunto da Trento, attende di riportala a casa! Su e giù … dalla Stazione a Santa Maria Maggiore ci si sofferma nei diversi banchini di souvenir. Ormai gli orari sono memorizzati e seduti sul marciapiede vediamo il fluire verso la dimenticanza, verso quel quotidiano che l’intensità della giornata aveva inaspettatamente dissolto. Qualche parola ormai, prima di salutarci, porta con sè il succo di questi 20 km.

In Cammino da Perugia

Quando sono giunto a Perugia la Marcia aveva già preso avvio, due onde erano già passate e la nostra, la terza e ultima, era arrivata col primo treno disponibile da Arezzo. È stato facile seguire il fiume pellegrino della Marco di Pace. Molte bandiere a mo’ di scialle ne davano testimonianza con i Colori della Pace dai cappelli, alle sciarpe, agli adesivi. Una comunità colorata in cammino verso Assisi, meta  della creatività e degli ideali pacifisti di Capitini e di chi ne  ha condiviso il progetto.

Con l’accoglienza di biscotti e cioccolata i promotori ci sollecitano a non mollare…per la distanza! Tra un saliscendi e l’altro si comprende quanti “passi” camminino insieme a te. Anche se poi ognuno seguirà strade diverse ora sono qui e nell’aria si può respirare questa vitalità che ti avvolge e ti pervade. È qualcosa che rimane in te e che attiva quella fiammella vitale di cui raramente  cogliamo il sapore.

La bandiera de La Pagoda esce dallo zaino ma non sventola in alto, sulle spalle ti protegge e come una farfalla nella crisalide attende di sventolare alta. DSCN1350Una signora mi supera e che un certo compiacimento  riconosce: “Questa è una Bandiera buddhista!”. Così è accaduto anche con Olivetta. Ci siamo trovati vicini e la curiosità: “È buddhista?” ha aperto uno spazio di  tranquilla condivisione accompagnata da un dialogare che, come si volge verso altezze e profondità, sa planare sul quotidiano per tornare a noi stessi. Chissà se l’amicizia ha bisogno di tempo per crescere. O è presente allorchè l’amino vi si apre ad incontrarla. Il parlare e l’ascoltare accorciano il tempo e lo spazio ma non per … arrivare prima senza accorgersene, ma per dare una inaspettata profondità ad un incontro, per farlo sbocciare nell’amicizia.

Come il passo lascia il suo segno così la fa la parola, che può aggiunge quel qualcosa in più che la rende vitale e la distacca dalla chiacchiera. DSCN1356Se lo sguardo si volge attorno, puoi vedere un diffuso senso di condivisione che va dai fidanzati che si fermano in un lungo bacio, ai gruppi più aggregati, dai giovani agli anziani, dalla carrozzina con i gemelli a quella del disabile che ne gira le ruote …  più di 20 chilimentri a girare la ruota, forse vi è ancora il cigolio degli assi in legno dei carri di un tempo, forse vi è la risonanza di quella Ruota delle Preghiere che gira a La Pagoda.

Seduti al bordo della strada con il pranzo al sacco vedi meglio la forza del movimento. Il fatto che tutto avvenga, come indicato  dagli organizzatori, senza bandiere di partito, né slogan che nella ripetizione e nel megafono stridono pretendono ciò che la Marcia della Pace già dà. Chi dalle finestre si affaccia tra il curioso e il partecipe, chi con un mano ci saluta come saluteresti con affetto un amico che parte, tutto avviene sotto al cielo. Ora con la serietà delle sue nuvole, ora con qualche sorriso, ora con un rombante temporale, sino infine ad una Assisi che ci accoglie con un cielo che mostra la sua profondità calda e luminosa.

Come la Terra sostiene i nostri passi così il cielo avvolge il nostro corpo e la condivisione accende la miccia della confidenza e della fiducia.

Grazie; e il breve silenzio contemplativo nella Chiesa di Santa Maria degli Angeli in un attimo condensa questa giornata in un auspicio

Che la presenza dell’uomo sappia arricchire con rispetto e riconoscenza lo spazio che lo avvolge

Che il rispetto e la riconoscenza possano nella loro naturalezza disciogliere nodi spinosi

Che la naturalezza della vita abbia ragione sull’indifferenza e la prepotenza dell’uomo    

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===============in preparazione della Marcia==============

La Marcia di pace. A dire il vero è una  Marcia per la pace, ma così dicendo siamo nella prospettica che ci manchi qualcosa e che la si debba cercare. Da un altro punto di vista la Marcia è una semplice e naturale testimonianza, un presenza oggettiva, è lì dove siamo, lì lungo il percorso, è lì dove indiscutibilmente ci sono i miei passi, i tuoi, i nostri passi. Ad ogni passo la Terra si riscalda tant’è che comparirà all’orizzonte, inaspettato l’Arcobaleno della pace, così luminoso che a ben guardarlo confonde i propri colori con quelli della Bandiera buddhista. In quest’ultima la banda verticale blu è la compassione verso tutti gli esseri senzienti e lo spirito di un pace; la gialla, la Via di mezzo dell’insegnamento del Buddha Shakyamuni, lontana da qualsiasi estremo; la rossa, i doni della pratica spirituale e meditativa; la bianca, la purezza e la liberazione; l’arancione, la saggezza dell’insegnamento del Buddha; la sesta banda presenta i colori orizzontalmente per indicare la completa fusione tra tutte queste caratteristiche……e il logo al centro è un piccolo azzardo, o meglio è l’intenso desiderio di esserci anche noi! Per descrivere l’evento non si può che riportare il testo Rimettiamoci in cammino sulla via della pace. Una proposta per vincere la rassegnazione e… a cura della Tavola della Pace, Via della Viola 1 – 06122 Perugia – Tel. 335.6590356 – 075/573689 email adesioni@perlapace.it – www.perlapace.it

LA PRESENTAZIONE DELLA MARCIA FATTA DAI PROMOTORI: “TAVOLA DELLA PACE”

Così non va. Disponiamo di più ricchezze, conoscenze, istituzioni e mezzi di ogni altro tempo ma permettiamo che di giorno in giorno aumentino le disuguaglianze, le sofferenze, i conflitti, la disoccupazione e l’insicurezza di miliardi di persone. Non troviamo i soldi per assicurare un lavoro a tutti ma continuiamo a spenderne una valanga per comprare armi, ingigantire eserciti e condurre guerre infinite. I numerosi progressi che abbiamo ottenuto in tanti campi ci aprono orizzonti impensati per migliorare le condizioni di vita di tutti e portare la pace laddove ancora non c’è. Eppure rischiamo di essere travolti da numerosi problemi che abbiamo causato e che non abbiamo ancora risolto: dalla povertà di miliardi di persone al cambiamento climatico, dalle guerre alle migrazioni. Alcune delle più importanti conquiste dell’umanità rischiano di essere progressivamente cancellate o annullate: l’universalità dei diritti umani, il diritto alla dignità, il principio di uguaglianza e di giustizia, la democrazia,… Tutti i giorni, la negazione di questi diritti e principi avviene nella più totale impunità. Crimini orribili, visibili e invisibili agli occhi della comunità internazionale, vengono compiuti nell’inerzia generale. L’Onu e le istituzioni internazionali create per impedire nuove guerre e intervenire in difesa della dignità e dei diritti umani sono state indebolite e spesso vengono tenute ai margini. La stessa Unione Europea, che tanto ha contribuito all’affermazione della civiltà del diritto, è entrata in una fase molto pericolosa che rischia di far fallire uno dei più importanti esperimenti di pace della storia. In molti dei paesi dove più grandi erano state le conquiste democratiche, sono in atto gravi processi di corrosione e arretramento politico, sociale e morale. Nel frattempo, tante persone stanno cedendo alla paura e all’insicurezza, alla sfiducia e alla rassegnazione, assumendo gravi atteggiamenti di chiusura, indifferenza e rabbia. Decenni di individualismo sfrenato e di rincorsa dell’arricchimento, con il loro seguito di delusioni e fallimenti hanno cancellato in molti il senso della pietà e del bene comune, il valore della solidarietà e della condivisione, l’importanza dell’impegno democratico. E oggi finiscono per alimentare una politica priva di lungimiranza, etica, efficacia, credibilità e per dettare decisioni sbagliate che aggravano i problemi anziché risolverli. Grandi pericoli incombono. Dobbiamo reagire! Diversamente dagli imprenditori dell’odio e dai rassegnati, noi sappiamo che sono le persone a fare la storia e che il cambiamento che sogniamo, la pace che desideriamo per noi, per i nostri cari e per l’umanità intera non dipende solo dalle grandi decisioni ma anche da tutte le piccole, piccolissime, azioni fatte ogni giorno, da ciascuno, dappertutto. Questi miliardi di “azioni di pace”, individuali e collettivi, spesso realizzate da donne, agiscono positivamente nella storia dell’umanità anche se non vengono raccontati dal mondo dell’informazione e della comunicazione e quindi non vengono valorizzate. Per fronteggiare i problemi e le minacce che abbiamo davanti dobbiamo rafforzare questa corrente positiva, farla emergere in tutti campi e a tutti i livelli ed estenderla mettendo il nostro personale impegno al servizio degli altri e dell’umanità. Ciascuno, secondo le proprie possibilità e responsabilità. Questo è il tempo in cui dobbiamo osare la fraternità. Non possiamo più permetterci di vivere in perenne competizione con gli altri perché stiamo distruggendo le cose più belle che abbiamo. La competizione è la sorella della guerra. Disertiamola! Smettiamo di fare le guerre! Quelle armate che stanno devastando interi paesi e popolazioni, ma anche quelle più subdole che ci vedono continuamente gli uni contro gli altri, nell’economia come nei rapporti interpersonali. Cerchiamo assieme le soluzioni dei problemi che non sono state trovate e intraprendiamo, sin da ora, nuove iniziative per attuarle. Investiamo sui giovani, rispettiamoli, prendiamoci cura del loro presente e futuro, attrezziamoli a fare la propria parte, diamogli adeguate opportunità. Facciamo crescere l’economia della fraternità! Cominciamo dai luoghi in cui viviamo, cercando nuove strade per combattere la povertà e la disoccupazione, costruendo nuovi rapporti sociali, economici e personali centrati sulla cura reciproca. Scopriamo insieme l’importanza e la bellezza della cura. La cura di noi e non solo dell’io. La cura reciproca. La cura della vita. La cura dei più indifesi. La cura del bene comune. La cura del mondo che condividiamo con gli altri. Affermiamo il dovere di proteggere ovunque tutte le persone minacciate da violenze, guerre, persecuzioni e sistematiche violazioni dei diritti umani! Difendiamo la società aperta. Anzi, costruiamo una “vera” società aperta, inclusiva, solidale, accogliente. Costruiamo una politica nuova e una nuova cultura politica nonviolenta basata sul rispetto della “dignità di tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti eguali e inalienabili”. Impegniamoci per far rispettare gli impegni presi dai governi per costruire un futuro migliore per tutti, a partire dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e dagli Accordi di Parigi sul clima. Camminiamo insieme sulla strada che rigenera fiducia, speranza e volontà di cambiamento e… domenica 7 ottobre 2018, a settant’anni dalla firma della Dichiarazione Universale dei diritti umani, a cento anni dalla fine della prima guerra mondiale, a cinquant’anni dalla scomparsa di Aldo Capitini ci diamo appuntamento lungo la strada che conduce da Perugia ad Assisi. Non per fare una nuova marcia per la pace. Ma per ritrovarci e fare insieme, con te e tanti altri, un altro piccolo tratto della lunga marcia della pace e della fraternità che ci vede impegnati tutti i giorni. Quel giorno uniremo le nostre voci e mostreremo a tutti quanto siamo numerosi. Ci riconosceremo portando ciascuno un segno di quello che facciamo nel corso dell’anno, delle idee e delle proposte che stiamo cercando di realizzare per mettere fine all’orrore e consentire a ciascuno di vivere in pace. Facciamo del 2018 l’anno della svolta maggiore! Invia subito la tua adesione, idee e proposte a: Tavola della Pace, via della viola 1 (06122) Perugia – Tel. 335.6590356 – 075/573689 email adesioni@perlapace.it – www.perlapace.it

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