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In uno sguardo sereno tutte le esperienze vengono a galla, Tae Hye sunim pratica di mar19

Indicazioni per la pratica di Dharma  - marzo 2019 (2563 E.B): visione cosmica

Monaci, esiste un non-nato, un non-divenuto, un non-causato, un incondizionato. Se non ci fosse un non-nato, un non-divenuto, un non-causato, un incondizionato, non si conoscerebbe la via della liberazione da ciò che è nato, divenuto, causato, condizionato. Poiché v’è un non-nato, un non-divenuto, un non-causato, un incondizionato, si conosce la via della liberazione dal nato, divenuto, causato, condizionato.  (Buddha: Udana 8:3)

Questa è l’essenza che viene realizzata dall’uomo spirituale, da colui che percepisce il Cosmo/Universo dentro di sé, la sua infinitezza e potere. Con questa sottilissima percezione egli trascende l’ego e tutti gli attaccamenti ad esso correlati, realizzando profonda pace, rilassamento e fiducia. Si sente solido, la solitudine scompare ed è pervaso da un senso di immensa connessione col tutto. La simultanea consapevolezza che tutto muta permeata dall’incondizionato l’accompagna costantemente; l’attitudine a dare prende il posto di quella dell’avere; i sentimenti di apertura, gentilezza, equanimità e compassione diventano spontanei nella percezione che tutto è interconnesso.

Questa condizione spirituale è il vero misticismo naturale ed è conosciuto e realizzato da diverse tradizioni filosofico-spirituali, anche se con sfumature diverse. E’ definito Nirvana nel buddhismo; anche shūnyatā (vacuità), tathatā (talità) o dharmatā (natura dharmica) nella tradizione mahāyāna; l’armonia universale del Tao (Via) nel taoismo; Logos, la Ragione/Leggeuniversale degli stoici.  Invece la concezione del dio creatore personale dei monoteismi, dotato di volontà e giudizio, colui con il quale il fedele instaura un dialogo interiore, non raggiunge la realizzazione mistica-naturale che si consegue con le tradizioni prima citate. Il fedele monoteista rimane perennemente in un rapporto dialettico dualistico con il divino, vedendo l’assoluto in forma personalizzata e trascendente. Non supera il dualismo, piuttosto rinforza la separazione rendendo l’ego e l’alter più solidi che mai.

Nelle tradizioni mistiche naturali il soggetto spirituale allenta la presa dell’ego, lo lascia sopire finché non interferisce più e lascia che la forza cosmica, il Dharma, il Logos, il Tao agisca in lui liberamente e spontaneamente. Il Tao è il corso naturale delle cose e il saggio non vi si oppone, svuotando il proprio essere dall’ego e seguendone il corso con la spontaneità e la non-azione.  Per i buddhisti tutto è interdipendente, interpenetrato, vuoto e retto dalla Legge universale che è il Dharma. Il saggio buddhista si libera dall’illusione, dai condizionamenti dell’ego e agisce secondo le circostanze mosso da compassione e benevolenza.

Taeri Sunim 太利스님 _/|\_

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Taehye sunim:  Quando chiediamo che cosa è la natura di Buddha, essa svanisce; ma quando siamo nella presenza totale, sorge l’intuizione.  Non forzare la mente, guardare soltanto i suoi movimenti. Solo osservare, non commentare. In questo sguardo sereno, tutte le esperienze vengono a galla e si rivelano. Perché uno sguardo non-condizionato libera dalle frammentazioni interiori. Allora vediamo tutto ciò che siamo. Osservare ogni cosa con un’attenzione piena diventa uno stile di vita, un ritorno all’essere originale, e possiamo vivere -  nella famiglia, nel lavoro, nelle situazioni di sofferenza ecc  -  basandoci sulla visione non-dualistica, dinamica, essendo parte del tutto.  La natura originale è presente in ogni essere e in ogni universo, senza tempo, senza storia, senza luogo, senza io, senza non-io.

 

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