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Tae Hye sunim ci introduce al Vesak

Con questo insegnamento di maggio il Ven. Tae Hye sunim non solo chiarisce il senso di questa Festa ma ci induce con gioia ad informarvi che il 1 e 2 giugno sarà qui ad Arezzo. Assieme a lui vi sarà un altro monaco del Tempio Musang Am, il Ven. Kusalananda. Il primo giugno saranno a Subbiano, dove guideranno un momento conviviale con gli anziani della Residenza sanitaria, mentre il 2  saranno a La Pagoda per condurre il Vesak dalle ore 10.00 alle 16.00. Con riconoscenza, il Consiglio direttivo.

Indicazioni per per la pratica di Dharma: maggio 2019:  Vesak  

Secondo la tradizione, il principe Siddhārtha nacque più di 2500 anni fa nel giorno di luna piena del mese lunare di Vesak.  Trentacinque anni dopo la sua nascita giunse all’Illuminazione.  Egli ha lasciato in eredità al genere umano un grande messaggio: quello del Nobile Ottuplice Sentiero, la Via verso la liberazione.

Dai tempi antichi il Vesak è la festa che ricorda la nascita e l’illuminazione del Buddha, e nel theravāda anche il parinirvāna. Il Vesak si festeggia nel giorno di luna piena di maggio.  Quest’anno il giorno esatto è domenica 19 maggio, ma molti centri lo festeggiano o prima o dopo per ragioni pratiche.

Nei paesi asiatici si festeggia il Vesak in diversi modi tradizionali: con recitazioni, processioni, spettacoli, con racconti sul principe Siddhārtha e sua madre Māyā e con il rituale di versare acqua sulla statua del Buddha-bambino.  Il Vesak è una festa gioiosa; la presenza di fiori, lanterne, candele ed altre offerte richiamano la bellezza dell’insegnamento del Buddha.   Quando il Dharma vive nei nostri cuori, non è solo una filosofia o psicologia, ma è vita che comprende anche sentimenti profondi e devozione.

Vesak si può festeggiare inviando auguri di felice vesak agli amici nel Dharma, partecipando alla preparazione della festa del Vesak nei templi portando fiori, candele ecc; aiutando il funzionamento dei centri e templi e offrendo il pranzo come dāna ai monaci e alle monache.

Per la pratica del mese di maggio consiglio di:  

1) leggere testi, libri e sūtra che raccontano la vita del nostro maestro radice, Shākyamuni Buddha, dalla sua nascita fino al parinirvāna,

2) fare ogni tanto 10-20 minuti di recitazioni mantriche che ci aiutano a ricordare sia il Buddha storico che la nostra nostra natura di buddha, luce interiore, p.es.

NAMO TASSA BHAGAVATO ARAHATO SAMMĀSAMBUDDHASSA o

SOGAMONI-BUL (in coreano) / Shākyamuni Buddha (in sanscrito)

3) contemplare la buddhità dentro di noi, per esempio riflettendo su queste parole del maestro chan cinese Dahui (1089-1163 e.v.):

“La Scrittura Della Ghirlanda Fiorita dice: ‘Non vedete il Buddha in un fenomeno, in un evento, in un corpo, in una terra, in un essere – vedete il Buddha ovunque.’  Buddha significa ‘sveglio’, essere consapevoli ovunque e sempre. Vedere il Buddha ovunque significa vedere la vostra inerente natura di buddha nella sorgente fondamentale del vostro essere.”

 

E ancora, si legge e in Udāna 8: 1 del Canone pali:

“Monaci, esiste quella dimensione in cui non vi è terra, non vi è acqua, non vi è fuoco, non vi èaria; non vi è sfera dell’infinito spazio, non vi è sfera dell’infinita coscienza, non vi è sfera della nullità, non vi è sfera della ‘nè percezione nè non percezione’; non vi è questo mondo, né unaltro mondo, né entrambi; né il sole né la luna. O monaci, io vi dico che non c’è venire néandare nè fermarsi, non c’é nascita o morte. E’ infondata, priva di eventi, non si appoggia sunulla. Proprio questa è la fine della sofferenza.”

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