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Karma e libertà, praticare con Tae Hye sunim – ottobre ’19

Indicazioni per la pratica di Dharma: ottobre 2019 (2563 E.B.): Libertà

La Via buddhista è la Via della liberazione della mente dal condizionamento. Di solito la mente
umana è completamente condizionata dalle esperienze passate e dalle energie abituali. Reagiamo in
base alle nostre tendenze inconsce. Pensiamo di essere liberi, ma ci siamo mai chiesti seriamente se
lo siamo veramente? Da una parte le interazioni con il mondo esterno, che spesso arrivano
subliminalmente e lasciano un segno nell’inconscio, segno di cui non sempre siamo consapevoli.

Dall’altra i meccanismi in cui noi stessi ci imprigioniamo volontariamente, per facilitarci la vita,
creare sicurezze, senso di “noi” in un gruppo che fa, vive e si comportata in un certo modo,
accettando stereotipi e modi di pensare che non ci appartengono magari del tutto, ma che siamo
portati a condividere per sentirci meno soli. Se nella nostra mente girano sempre desideri sensuali,
pensieri di rabbia e rancore, ansie ecc, siamo liberi o schiavi del nostro passato? Il karma è l’attività
del tempo. È associato agli impulsi ed istinti accumulati nell’inconscio sia in questa che nelle vite
passate.

Consapevolezza è l’inizio della liberazione. Man mano che diventiamo consapevoli del nostro corpo,
delle nostre sensazioni, dei nostri desideri e di tutti gli strati della coscienza, non solo quelli
superficiali ma anche quelli nascosti, possiamo iniziare a liberarci gradualmente dai fardelli del
passato. Quindi ci rendiamo conto che non esiste un sé permanente dietro i pensieri. I pensieri e
l’identificazione con diverse cose mentali e materiali creano un senso di un sé separato. Osservando
attentamente, possiamo dire che siamo un flusso di elementi corporei, sensazioni, immagini,
desideri, pensieri e stati di coscienza che sono in costante interazione con il mondo circostante.
Facciamo parte di tutta la vita.

Nella meditazione profonda la mente si quieta e la luce della consapevolezza illumina le varie
sfaccettature della nostra mente. Siamo testimoni dei pensieri che appaiono e scompaiono. I
pensieri sono il prodotti del passato. Quando comprendiamo la nostra esistenza nella sua interezza,
non solo intellettualmente, iniziamo a liberarci dalla rete di legami, e non reagiamo più
meccanicamente agli eventi. Viviamo freschi nel presente. Ogni tanto possiamo sperimentare la
pura coscienza, limpida e neutrale, che non è ego, ma qualcosa che è al di là del nostro piccolo
“io”.

Di solito nel buddhismo si parla del Nobile ottuplice sentiero – retta visione, retta intenzione, retta
parola, retta azione, retta vita, retto sforzo, retta consapevolezza e retta contemplazione (samādhi).
In alcuni discorsi, come nel Mahācattārisaka-sutta (Majjhima-nikāya 117) il Buddha parla anche
della retta conoscenza diretta (sammā-ñāna) e della retta liberazione (sammā-vimutti).
Praticamente la Via della liberazione nella sua completezza è il Nobile decuplice sentiero!

La retta visione fa sorgere la retta intenzione, la retta intenzione fa sorgere la retta parola, la retta
parola fa sorgere la retta azione, la retta azione fa sorgere la retta vita, la retta vita fa sorgere il retto
sforzo, il retto sforzo fa sorgere la retta consapevolezza, la retta consapevolezza fa sorgere la retta
contemplazione, la retta contemplazione fa sorgere la retta conoscenza diretta (gnosi), la retta
conoscenza diretta fa sorgere la retta liberazione. (Mahācattārisaka-sutta)

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