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Nel vedere ci sia solo il vedere, Meditare con Tae Hye sunim nov. ’19

Indicazioni per la pratica di Dharma – novembre 2019  (2653 E.B.): Essere testimone

Il Maestro coreano Haemin sunim scrive nel libro “Quando rallenti, vedi il mondo” (Mondadori 2017):
Quando la tua mente è rivolta verso l’esterno,
è scossa dai forti venti del mondo.
Ma quando la mente si rivolge all’interno,
Puoi trovare un equilibrio e dimorare nella calma.
Le persone chiedono:
Come posso sgombrare la mente quando medito?
Più ci provo, più i pensieri sembrano riemergere.”
Ciò è del tutto naturale, perché cercare di ripulire la mente
è di per sé un pensiero.
Non cercare di sbarazzarti dei tuoi pensieri, non funzionerà.
Invece, sii testimone di un pensiero che appare.
Sii testimone di un pensiero che scompare.
Nel momento in cui ne diventi consapevole,
la mente si placa e diventa limpida.

 

Ci sono diversi fraintendimenti sulla meditazione. Alcuni pensano che nella meditazione non si deve avere nessun pensiero o che lo scopo è raggiungere uno stato di estasi. Nella meditazione buddhista essenziale è:

a) calmare la mente

b) osservare le cose come sono e così comprendere la realtà fenomenica nelle sue caratteristiche (impermanenza, interdipendenza ecc) più chiaramente.

Nel Cūlavedalla-sutta (Majjhima-nikāya44) la saggia monaca Dhammadinnāinsegna: “L’unificazione della mente è il samādhi. Le quattro pratiche di consapevolezza sono i segni (nimitta) del samādhi. I quattro giusti sforzi sono glistrumenti del samādhi. Praticare samādhisignifica coltivare, sviluppare e approfondire l’esperienza di queste cose.”

I quattro giusti sforzi sono: abbandonare gli stati mentali nocivi già generati, non generare nuovi stati mentali nocivi, generare stati mentali salutari e coltivare gli stati mentali salutari già generati. Basandosi su questa base stabile si può praticare la consapevolezza del corpo, delle sensazioni, della mente e dei fenomeni in generale – essere testimoni, osservare, vedere l’intero processo del nostro pensare ed agire, lasciar andare e vivere con serenità.

Nella nostra vita quotidiana possiamo coltivare il non-attaccamento ai pensieri, emozioni ed interpretazioni soggettive. Possiamo coltivare la consapevolezza diretta e limpida insegnata dal Buddha così: “Dovresti praticare in questo modo: nel vedere ci sarà solo il vedere, nell’udire ci sarà solo l’udire, nel sentire ci sarà solo il sentire, nel riconoscere ci sarà solo il riconoscere. Questo è il modo in cui dovresti praticare. “ (Udāna 1:10)

 

Cūlavedalla-sutta:

Cittassa ekaggatā ayaṃ samādhi; cattāro satipaṭṭhānā samādhinimittā; cattāro sammappadhānā samādhiparikkhārā. Yā tesaṃyeva dhammānaṃ āsevanā bhāvanā bahulīkammaṃ, ayaṃ ettha samādhibhāvanā”ti.”

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