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Oltre la rete del karma, gli insegnamenti di Tae Hye sunim marzo ’20

Indicazioni per pratica di Dharma  – marzo 2020 (2564 E.B): Tre aspetti della pratica meditativa

Per i praticanti della scuola dhyāna (chan/seon/zen) è molto utile conoscere gli insegnamenti degli antichi maestri, perché rivelano con chiarezza l’essenza della pratica meditativa.  In grandi linee i maestri originali della scuola chan cinese insegnavano tre aspetti della meditazione: calmare la mente (an-xin), osservare il flusso delle attività mentali (guan-xin) e intuire e coltivare la mente chiara originale (shou-xin).

Calmare la mente sedendo in postura corretta e respirando armoniosamente è pratica shamatha.  Essere vigili e osservare le attività mentali è pratica di consapevolezza. Coltivare la mente chiara è vivere attenendosi alla nostra natura originale, alla quiddità.

Possiamo riflettere e mettere in pratica le istruzioni che il quinto patriarca Hongren (580-651 d.c.) ha dato nel “Trattato del veicolo supremo”:

“Il Buddha impiega i mezzi adatti alle varie mentalità individuali per condurre le persone alla verità universale.  Un volta conosciuto che la natura-di-buddha in tutti gli esseri è pura come il sole dietro le nubi, se semplicemente preserviamo la vera mente fondamentale con perfetta chiarezza, le nuvole dei pensieri errabondi avranno termine e il sole della comprensione si rivelerà.  Che bisogno c’è ancora di tanto studio per conoscere le sofferenze di nascita e morte, tutte queste dottrine e principi, e le cose passate, presenti e future? Come togliendo la polvere da uno specchio, la chiarezza appare spontaneamente, quando la polvere è scomparsa.

Quindi tutto ciò che si conosce con la mente non illuminata è privo di valore.  Se riuscite a mantenere chiaramente l’accurata consapevolezza, ciò che apprendete con la mente non artefatta è vero apprendimento….

Dovete rendere corpo e mente liberi e sereni, non impigliati in nessun oggetto.  Sedete eretti, accuratamente consapevoli e armonizzate il respiro nel modo corretto.  Esaminate la vostra mente così da vederla nè all’interno, nè all’esterno e non in mezzo.  Osservatela con calma, con attenzione e oggettività. Quando ne sarete consapevoli, vedrete con chiarezza che la coscienza mentale è un flusso che scorre come l’acqua, come vampate di calore che sorgono senza fine.

Sperimentando questa coscienza scoprirete che non è né dentro né fuori. Senza fretta, osservatela oggettivamente e naturalmente.  Quando ne sarete consapevoli, potete essere uniti con il tutto, essere vuoti eppure solidi, profondamente stabili; allora questa coscienza fluttuante svanirà come una raffica di vento.

Chi fa svanire questa coscienza (errabonda), distrugge le illusioni che ostruiscono l’entrata nei dieci stadi dei bodhisattva.  Quando questa coscienza è svanita, la mente diviene aperta e silenziosa, luminosa e calma, immacolata e salda.“

Domanda:  Cosa significa  “vedere la mente né all’interno, né all’esterno e non in mezzo”?

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