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Rinuncia o abbandono, il primo aspetto del Sentiero Mahayana – di Aurora Maggio n. 1

I tre aspetti del Sentiero Mahayana

(dal sanscrito Maha – grande, yana – veicolo)

Rinuncia, Bodhicitta, Vacuità

La rinuncia o abbandono

Il termine Buddha indica una persona che si è risvegliata al proprio stato illuminato avendo completamente abbandonato gli stati mentali afflittivi.

Buddha Sakyamuni è uno di tali esseri, il buddha storico relativo a questa era. Circa 2600 anni fa, in un piccolo reame, nacque Siddharta. Suo padre era il re e desiderò subito per suo figlio tutta la felicità e pertanto cercò di preservarlo da qualunque sofferenza. Il principe crebbe nel lusso e negli agi, ebbe tutto, incluso una moglie deliziosa e un bellissimo figliolo.

Un giorno però il giovane volle uscire dal suo palazzo e guardarsi intorno. In sintesi, da quello che vide si rese conto che la vita implicava anche condizioni di grande sofferenza: la malattia, la vecchiaia e la morte.

Notò però anche una persona veramente serena, felice, appagata: un monaco errante che aveva solo la sua veste e la ciotola in cui riceveva l’elemosina. tutto ciò lo stimolò ad approfondire per cercare di capire come arrivare ad uno stato di felicità libera dalla sofferenza.

Attuò la prima fase, il primo passo che il maestro ci indica, come il monaco cercò di abbandonare ogni attaccamento alla felicità illusoria, ogni sentimento di rabbia e avversione che generano solo sofferenza, per sviluppare al massimo la saggezza che vede la realtà e le qualità che conducono alla condizione che è al di là del dolore.

Il percorso per ottenere in primo luogo la consapevolezza della pervasività della sofferenza nelle apparenze del samsara, poi per comprendere appieno le cause del divenire e quindi dei vari tipi di sofferenza, infine per ottenere piena coscienza che possiamo abbandonare le cause che ottengono effetti non desiderati e agire di conseguenza, viene chiamato sentiero ed è lungo e difficile, necessita di impegno, di sforzo entusiastico, di consapevolezza e determinazione.

Gli ostacoli sono inevitabili ma anche necessari, uno stimolo e un trampolino per rinforzare l’impegno, ma la soddisfazione, la serenità e la ricchezza interiore sono incomparabili.

I fattori mentali afflittivi sono il vero oggetto di abbandono, ciò a cui rinunciamo perché essi oscurano la natura fondamentale della mente che è naturalmente pura, amorevole, compassionevole, gioiosa ed equanime.

Noi non siamo l’ignoranza, l’attaccamento o l’avversione, né l’odio o l’invidia, né l’orgoglio ecc. , essi sono stati mentali che possono essere abbandonati come strati di sporco che oscurano l’essenza luminosa e gioiosa e amorevole del nostro essere.

E’ molto bello meditare sui 4 sigilli :

tutti i fenomeni composti sono impermanenti

tutti i fenomeni contaminati sono sofferenza

tutti i fenomeni sono privi di un sé

Il nirvana è pace.

Essi vanno contemplati, sviscerati, verificati, meditati e applicati, anche con l’aiuto dei testi e soprattutto dei preziosi maestri e compagni nel sentiero.

 

Qui vi lascio pensando di aver posto a dimora quei semi che attendono pratica e studio per maturare. Nei prossimi articoli approfondirò il significato di questi 4 sigilli, aprendo l’indagine al sentiero graduale (lam rim in tibetano) e al bodhicitta (la mente del Bodhisattva che desidera il beneficio di tutti gli esseri senzienti) 

 

 

 

 

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