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Libertà sì, ma da che cosa? Tae Hye sunim, Abate del Musang Am

Indicazioni per la pratica di Dharma – giugno 2024 (2568 EB): Libertà

Tae Hye sunim, Abate del Tempio Musang Am di Lerici

 
Nel mondo di oggi si parla molto di libertà, si discute per esempio di libertà sociale, libertà di scelta
e libertà di pensiero. La libertà è diventata una sorta di cosa sacra su cui molte persone giurano. Ma
comprendiamo profondamente il significato di “libertà”? Le nostre menti sono libere? In generale,
la mente umana è condizionata dalla cultura circostante, dalle esperienze passate e dalle energie
abituali. Di solito agiamo e reagiamo secondo i nostri condizionamenti. Pensiamo di essere liberi,
ma stiamo ripetendo gli stessi schemi che si sono sviluppati nel passato, sia in questa rinascita che
in quelle precedenti. Il karma è un’attività del tempo. È associato all’incoscienza, agli impulsi e alle
emozioni.

Nel pensiero buddhista, la pratica spirituale significa armonia tra etica, meditazione e saggezza, che
alla fine porta alla liberazione dai condizionamenti mentali. La consapevolezza è l’inizio della
liberazione. Quando siamo consapevoli del nostro corpo, delle sensazioni, dei desideri e dei
movimenti mentali, possiamo iniziare a comprendere i nostri condizionamenti e liberarci
gradualmente dai fardelli del passato. Allora ci rendiamo conto che non c’è nulla di permanente
dietro i pensieri. I pensieri e l’identificazione con cose diverse creano la sensazione di un sé
separato. Guardando più in profondità si può dire che siamo costituiti da elementi corporei,
sensazioni, un flusso di immagini, volontà, pensieri e stati di coscienza che è in costante
interazione con il mondo circostante. Facciamo parte della totalità della vita.

Nella meditazione la mente si calma e la luce della consapevolezza illumina diversi aspetti del
nostro essere psicofisico. I pensieri sono il risultato del passato. L’intuizione profonda avviene nelle
pause tra i pensieri. Quando comprendiamo l’esistenza in modo olistico, e non unilateralmente,
iniziamo a liberarci dalla rete di condizionamenti e dai vari ostacoli che impediscono una mente
chiara, e non reagiamo più meccanicamente agli eventi, incatenati dai nostri attaccamenti. Non
portiamo più il peso del passato nella mente, ma viviamo freschi nel momento presente. È
l’essere senza tempo, la vera libertà. La coscienza pura e chiara non è “io”, ma qualcosa oltre il
nostro piccolo ego.

Cos’è la libertà, quando in realtà sono condizionato dal mio background sociale, dalle mie reazioni
psichiche ed emotive, dai traumi infantili, dalle opinioni preconcette di familiari e amici, dalla
pubblicità e da altre fonti esterne? Posso lasciare cadere dalla mia mente la zavorra inutile del
passato? Lasciar cadere le incessanti opinioni? Posso iniziare a considerare, attraverso la
meditazione, le sensazioni come sensazioni e i pensieri come pensieri, senza identificarmi con essi?

 

 

Il maestro cinese Hongzhi (1091-1157) una volta insegnò quanto segue:

“L’approccio corretto alla pratica è semplicemente quello di sedersi serenamente ed investigare in
silenzio. Andando in profondità, non si è più trascinati dalle cause e circostanze esterne. Quando la
mente è vuota diventa spaziosa. La sua luminosità è realmente meravigliosa, illumina tutto in modo
imparziale. All’interno non c’è alcuna intenzione di afferrare gli oggetti. Del tutto distaccata, la
mente riposa in sè stessa, libera dall’oscurità mentale. Misteriosamente potente, tronca tutte le
dipendenze. Così sarai completamente contento. Essere contento non ha nulla a che fare con le
emozioni ordinarie. Devi solo essere aperto, lasciar andare e non appoggiarti a nessuna cosa. È
uno stato profonda e misteriosa. Ormai non cadi più nelle apparenze illusorie. Con la mente pura
e luminosa sei in pace ovunque vai. Tutto è senza ostacoli. Fluttuando senza sforzo, le nuvole
scendono dai picchi montani. La luce della luna risplende nel ruscello che scorre dalla montagna.”

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