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Anjali, l’inchino nel gesto delle mani e del corpo – Ajahn Sucitto

Anjali, rendere omaggio con le mani e il corpo

In http://www.saddha.it/come-inchinarsi/ – Tratto da: Riti e cerimonie buddhisti (Rituals and Observances) basato su discorsi tenuti a Cittaviveka da Ajahn Sucitto e Ajahn Candasiri (http://forestsanghapublications.org/)

Nella nostra società sta diventando sempre meno comune manifestare rispetto e riverenza. Una delle ragioni potrebbe essere la difficoltà che alcuni trovano nel distinguere tra un’espressione di rispetto e un’adulazione personale o il timore che qualcosa o qualcuno suscita. Alcuni pensano che chi si inchina di fronte ad un’immagine o a un’altra persona non abbia auto-stima e si voglia umiliare.

Ma nell’esprimere rispetto verso qualcuno, mostriamo rispetto anche verso noi stessi, per cui l’uso del linguaggio corporeo è un modo per riconoscere e rappresentare il senso del sacro per mezzo dei movimenti fisici e della postura del corpo.  Per esempio,  la testa, la parte più alta della nostra forma materiale simboleggia I’intelletto, mentre  la zona del cuore è considerata il luogo di devozione, di calore e di fiducia.

Le mani esprimono l’offerta e il dare,le suppliche. i sentimenti e le intenzioni. mentre i piedi,  sia in modo letterale che simbolico, esprimono il contatto con il terreno della ‘realtà’.

La tradizione vuole che non si puntino i piedi nella direzione dell’altare o di altre persone: vanno tenuti ripiegati sotto di sé. La parte superiore del corpo – mani, testa e torace – sono usati per mostrare rispetto inchinandosi. abbassando la testa e facendo l’anjali.

Fare l’anjali

Nel fare questo gesto di rispetto le mani tenute aperte palmo contro palmo sono portate all’altezza del petto, poi alzate verso la fronte mentre la testa si inclina in avanti. È come se uno facesse il gesto simbolico di portare le mani alla testa – la parte più alta del corpo, sede della facoltà di saggezza.

Similmente, durante la recitazione cantata, le mani sono tenute nella stessa maniera, e portate all’altezza del cuore, per esprimere o indicare con le mani il centro del cuore o i sentimenti.

Oltre che in queste situazioni, l’anjali è un modo per presentarsi nello spazio cosciente di qualcun altro.

Spesso i membri del Sangha fanno il gesto dell’anjali per richiamare l’attenzione o per parlare con l’altro; è un modo per indicare l’intenzione o il desiderio di parlare. È come dire “Scusa” o “Posso?”.

E anche un modo di salutarsi, e sostituisce il darsi la mano. Quindi è un gesto di saluto, un gesto di commiato, una richiesta di poter parlare. Si usa generalmente tra i membri del sangha come gesto preliminare prima di rivolgersi o offrire aiuto a un altro, come per esempio prendere la sua ciotola, una valigia pesante o comunque offrire la propria collaborazione in altro modo.

VEDI: L’ARTE dell’INCHINO di Andy Young – si scarica da internet

http://www.saddha.it/come-inchinarsi/

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