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TRIMLE apr-mag-giu 2008 n°2 Anno X

Sabato 10 maggio ore 18.00 – 19.00  Incontro interreligioso presso il Monastero di Camaldoli

 Domenica 11 maggio, Cerimonia del Vesak

Giovedì 19 giugno ore 17.00 – 19.00 Conferenza: Etica buddhista ed etica del buon senso con il ven. TAe Hye sunim

 

 Olimpiadi 2008 -La staffetta della pace

Sabato 10 maggio 2008

ore 18.00 – 19.00  Incontro interreligioso presso il Monastero di Camaldoli

“Le vie della fede”

di r.savini

Parteciperanno come sempre le Comunità religiose del Casentino, quella Ebraica, quella Indù, quelle Buddhiste, quella Islamica, Cristiana-ortodossa, Sikh e Cristiano riformata. Ogni Comunità accompagnerà l’incontro con letture o canti, ove possibile, nelle proprie lingue tradizionali.

La nostra Associazione propone un passo tratto dal Suttanipata (181-184) dove Buddha dice che la più grande ricchezza dell’uomo è la fiducia:  tramite la fiducia si guada il torrente, dalla sponda dell’ignoranza a quella della serenità e della comprensione delle cause del dolore. “Fiducia” qui traduce il termine pali saddha, talvolta reso con “fede”. Con il termine “fiducia” si dà più risalto all’insegnamento del Buddha rivolto proprio a indicare la “via” lungo la quale è il praticante stesso che si deve cimentare. L’attenzione tende quindi a convergere sull’impegno dell’individuo, più che suo ruolo attivo del Buddha.

La nostra Associazione ha invitato l’abate Nandasiri Thero, del Samadhi Vihara di Firenze, che reciterà in pali i testi sull’ “Adorazione dei Tre Gioielli” e sulle “Offerte”.

Nel primo testo si prende rifugio, per tutta la vita, nel Buddha, eccellente in comprensione e condotta, abile educatore degli individui, maestro di deva e uomini. Così anche si prende rifugio, per tutta la vita, nel Dhamma,  presente qui ed ora, senza tempo, direttamente sperimentabile, che conduce oltre, vissuto di persona da ogni saggio. Quindi nel Shanga, nella Comunità dei discepoli che pratica bene, rettamente, attentamente, con integrità. Questo Shanga è degno di doni, ospitalità, offerte, rispetto, è campo di meriti universali per il mondo.

Nel secondo si rende omaggio al Buddha con lumi splendenti, con incenso profumato, con fiori colorati e fragranti, con acqua pura, fresca, chiara, dolce e piacevole, con bevande salutari e con cibo preparato con cura. Queste offerte, da un lato, rendono omaggio al Buddha infinitamente eccellente, nell’aspetto e nelle parole, cui si chiede gentilmente di accettarle; dall’altro ci si rivolge al Buddha perché dissipi il buio dell’ignoranza e aiuti alla liberazione.

 Giovedì 19 giugno ore 17.00 – 19.00

Conferenza ad Arezzo su

“Etica buddhista ed etica del buon senso”

condotto dal Ven. Tae Hye sunim,

abate del monastero Musang Am di Lerici (SP)  di r.savini

Nella ricerca spirituale buddhista l’etica costituisce un importante fattore di centratura, diciamo, nella nostra ricerca interiore. Facilmente l’attenzione scivola in un coinvolgimento con le attività e con le preoccupazioni di tutti i giorni; ma scivola anche in una meditazione che nega la quotidianità, isolando il praticante dal mondo esterno. L’etica guida a fare chiarezza sul senso di ciò che si fa. Per questo si potrebbe parlare di un’etica del “buon senso”. Il termine chiave è “scoprire” il senso del nostro agire. Nell’insegnamento orientale spesso si parla di karma, termine con cui si indica il fattore condizionante delle nostre azioni. Ogni azione incoraggia a compierne una simile: l’abitudine allora governa il nostro senso etico. Nell’abitudine c’è però una meccanicità che non fa ragionare, valutare, decidere, volere. Ecco il buon senso che ci fa avvertire che bisogna cambiare rotta. Non serve creare una nuova abitudine opposta alla precedente, anche se questo può essere utile (l’abitudine a coltivare la consapevolezza può essere preferibile ad un comportamento reattivo). L’etica buddhista, proprio per il suo carattere non coercitivo, indica solo un “impegno” che faccio mio e la sua forza è nel lasciarmi libero di metterlo alla prova. La forza di questa etica è nella semplicità con cui pervade il senso della mia vita, è ciò che dà senso alla mia vita, ciò che mi permettere di essere presente a ciò che faccio e a ciò che mi accade. Non uccidere, non prendere ciò non è stato dato liberamente, non avere rapporti sessuali irresponsabili, non usare linguaggio scorretto, non assumere sostanze intossicanti che alterano la mente sono indicazioni che hanno valore perché arricchiscono, non tolgono, ma danno. La prepotenza, che non si fa scrupolo ad imporre e la passività, che fa subire, allontanano entrambe dal buon senso che vuole prendersi cura della vita. Prendersi cura della vita non per pretendere che gli altri facciano così con te. Vuol dire seminare, con l’azione, con il pensiero e con l’emotività, ciò che può nutrire e saziare. Qualunque altro comportamento non sazia, ma vuole e vuole ancora, subisce e subisce ancora, semina discordia e non si può aspettare altro che discordia.

Olimpiadi 2008 -La staffetta della pace

percorso podistico in 14 tappe – 26 luglio / 8 agosto

da La Pagoda alla Ruota delle Preghiere all’Istituto Lama Tzong Khapa (Pomaia – PI)

per la Birmania e per il Tibet, per i Paesi e per gli uomini

per ognuno di noi, per chi ancora non conosce la pace

percorso podistico con partenze da Arezzo e da La Pagoda fino alla

Ruota delle Preghiere presso l’Istituto Lama Tzong Khapa (Pomaia – PI)

Partenze

da Anghiari               giovedì 24 luglio        16 tappe

da Arezzo                  sabato 26 luglio         14 tappe

da La Verna              domenica 27 luglio    13 tappe

da  Pagoda                 lunedì 28 luglio          12 tappe

Arrivo alla Ruota delle Preghiere Istituto Lama Tzong Khapa  di Pomaia (PI)           martedì 8 agosto inaugurazione delle Olimpiadi

Percorsi in media di 15 km l’uno per un totale (da Arezzo) di 200 km

(si può partecipare anche camminando o in bici – si può seguire anche in auto)

Il senso di questa iniziativa

 Perché non correre anche noi verso quel braciere olimpico? Quale strada percorrere per giungere là dove inizia l’incontro tra i popoli? Quali slogan può accompagnare la corsa?

 I monaci in Birmania come in Tibet ci hanno indicato come fare. Basta la presenza, è sufficiente esserci come quei monaci ci hanno insegnato e ci insegnano ad essere. Partiamo da qui dove siamo, con i nostri passi, senza fiaccola, ma con il profumo dell’incenso che ricorda la pace.  

Da Anghiari e da Arezzo dove risiedono alcuni promotori, da La Verna  – il Centro di Meditazione Cristiana -  e da Pieve a Socana dove ha sede l’Associazione Buddhista de La Pagoda, prenderà l’avvio questa corsa che intende essere il segno di un incontro interreligioso e di un inno alla pace.  

Auspichiamo che questa staffetta possa trovare l’appoggio, lungo le diverse tappe,  di chi condivide l’esigenza  di parlare incominciando dal proprio corpo.  Pensiamo proprio di sì, perché la pace si muove e se anche si ferma, riprende il suo percorso perché il suo movimento è fatto da uomini con i loro piedi e loro gambe di gambe, con la loro mente e il loro animo. 

Se di finalità si può parlare è quella di deporre il proprio bastoncino d’incenso ai piedi del Buddha  e contribuire a far girare la Ruota delle Preghiere presso l’Istituto Lama Tzong Khapa. Questo Istituto rappresenta un importante Centro di diffusione del profumo del Dharma e non solo in Italia. Questo profumo ci chiama a portarne altro e può darsi che sia anche l’odore di un corpo sudato che corre. Quel sudore è olio che accende lo stoppino di un altro braciere, quello della consapevolezza amorevole che risuona intorno all’Istituto stesso. La Ruota delle Preghiere gira e il Centro Lama Tzong Khapa è un emblema che contribuisce a farla girare.  

Potrebbe essere inoltre l’occasione per ricordare che le Olimpiadi sono un incontro tra popoli. Incontrarsi, vuol dire conoscersi, conoscersi vuol dire vedersi e rispettarsi. Nulla di tutto questo avviene se l’informazione viene soffocata, se puoi vedere solo quello che ti viene fatto vedere, se l’altro viene messo a tacere senza appello.  

L’Istituto Lama Tzong Khapa, con tutte le sue molteplici iniziative avviate sin dalla seconda metà degli anni Settanta, ci ricorda che si può ascoltare diversamente, non nel rumore, ma nella quiete, laddove l’egoismo è ancora un bambino da condurre per mano verso quel luogo in cui può diventare veramente un uomo; in cui può parlare senza odio, senza rabbia, senza risentimenti, senza mutismi, senza paure.  

Lungo le tappe la nostra corsa sarà silenziosa. Correre, come avviene in questi giorni con la fiaccola olimpica; in silenzio, come i monaci per le strade di Rangoon e di Lhasa, come già i monaci thailandesi, ci insegnano a fare. Non sarà una competizione, sarà l’occasione per chiederci se un corpo che corre e una mente quietata che ascolta non sono forse un “gioco” più ricco di quello olimpico e di cui abbiamo dimenticato le regole.  

C’è il silenzio della rassegnazione in chi lascia la propria casa con poche cose sulle spalle, in chi è privato della propria libertà; c’è il silenzio di chi sa che imparare è ascoltare. C’è il rumore dei cingoli, delle bombe nascoste nel petto, della voce nelle strade;  c’è il rumore del cuore che batte e che vuole la pace. Ci accompagnano il desiderio, l’avversione, l’incomprensione; ci accompagna anche la consapevolezza che far girare la ruota della violenza non ci dà ciò che cerchiamo.  

Corriamo nel raccoglimento, agiamo con la pace nel cuore. Impariamo dalla nostra inettitudine.

 Modalità

Consapevolezza

L’itinerario, che percorre le vallate del Chianti, ha un significato spirituale. Vuole soprattutto ricordare che correndo, come la podista che porta la fiaccola a Pechino, e camminando, come fanno i monaci buddhisti, si può compiere un’importante azione simbolica, nei luoghi che si attraverseranno e interiore in chi vi partecipa. Infatti durante ogni percorso cercheremo di coltivare la presenza a se stessi in un clima di consapevolezza e di quiete. 

Durata delle tappe

Le tappe si aggirano in  media sui 15 km e prevedono di coprire in 14 gg i 200 km tra Arezzo a Pomaia (Pisa). Sono previste anche partenze da località diverse. Si veda sotto il percorso nei dettagli.

Non è una gara – non vi è alcuna competizione  

 Come partecipare

La partecipazione può avvenire in modo del tutto informale, con qualunque mezzo, con qualunque orario possa far comodo.  Si può correre o camminare ma è possibile comunque seguire l’itinerario anche in bici o in macchina. Si può partecipare all’intero percorso oppure a singole tappe o anche a parti di essa, attenendosi ai tempi e ritmi del proprio corpo e della propria mente.

 Programma previsto

Il programma previsto dai promotori sarà comunque il seguente:

 Sveglia ore 05.00

Meditazione ore 5.10 – 5..40

Partenza percorso (sia correndo che camminando) ore 5,45

Arrivo informale alla destinazione prevista

Ore 10.00 – 12.00 meditazione e yoga

Pomeriggio 17.00 – 19.00 meditazione e yoga

Ore 21.00 – 22.00 Valutazione della giornata e breve meditazione

 Le attività di meditazione e di yoga saranno guidate dai promotori. Questi momenti potranno essere integrati con altri di confronto tra noi e le persone interessate. La pratica potrà, ed è questo lo scopo dell’itinerario, svolgersi con tutti coloro che vorranno parteciparvi. Seguire questa “marcia” può essere quindi anche l’occasione per avvalersi soltanto di questi momenti di attività fisica, relazionale e spirituale.

 Un segno di pace

Si auspica che nelle diverse località di sosta si possa ricevere da Istituzioni o da singoli dei messaggi, p.es. un pensiero scritto, una poesia, il passo di un libro che sta a cuore, da portare alla Ruota delle Preghiere, come segno della propria presenza nella condivisione di questo percorso di pace. 

Soggiorno

Per i pasti vi sarà la più completa autonomia. Per dormire si ci avvarrà, ove possibile di strutture religiose o pubbliche. Dove ciò non sia possibile, di campeggi o agriturismi. Esigenze particolari dovranno essere segnalate. Si prevede la possibilità di un mezzo di appoggio per portare lo stretto necessario; chi volesse dare la propria disponibilità in tal senso può farlo presente agli organizzatori.

 Adesione, soggiorno e costi

Chi intende partecipare all’intero tragitto, dovrà segnalare la propria adesione entro il 15 giugno per poter organizzare al meglio il pernottamento. Per dormire si ci avvarrà, ove possibile di strutture pubbliche o religiose, nonchè della disponibilità di privati. Dove ciò non sia possibile, di campeggi o agriturismi. Sarà questo l’unico costo della “Staffetta”. Ognuno si farà carico in proprio delle altre spese.

 Conclusione della Staffetta

Giunti alla cittadina di Pomaia, prenderà l’avvio una meditazione camminata in cui verrà coltivata una profonda attenzione al suono di ogni passo, di ogni sensazione e di ogni pensiero. Il cammino ci porterà all’Istituto dove faremo girare la Ruota delle  Preghiere e lasceremo un incenso ai piedi del Buddha. Ci si soffermerà in un luogo di meditazione o presso l’Istituto stesso o nelle immediate vicinanze, dove si sosterà insieme per  una meditazione. Da qui si  riprenderà il cammino verso Pomaia con le stesse modalità dell’andata.  Tornati alla cittadina di Pomaia il nostro percorso si concluderà e ci si predisporrà per il ritorno, con mezzi propri, auto o servizi pubblici.

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