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L’upupa, di Bill. Poesie nel Vesak

 L’ upupa    

 

Quando il silenzio assoluto sobbalza

e volteggia oltre la tua finestra

sotto forma di un’upupa

divieni consapevole dell’impossibile.

 

Come può questo clamore crestato

di bellezza bianca e nera

figliare un silenzio così radicale?

Aspetti che il suono lo raggiunga

come aspetti il battito di cuore

che segue uno mancato.

 

Il suo volo è fatto “di sbattimenti

piuttosto instabili con brevi ondulazioni”

ma nessun rumore conosciuto

testimonia di quegli urti e sbattimenti,

come se qualcosa venisse sottratto

al niente senza lasciare resto.

 

 

Era una lei o un lui che sbandava

attraverso questa sera, così insolitamente singolo?

O qualche più astratta compulsione

di piuma e muscolo

che cercava pieghe nell’aria

dove il suono è risucchiato per sempre?

 

Rimproverato dagli orecchi

ti domandi ora se persino

quello che hai visto era visibile.

 

di Bill Dodd

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