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VESAK 29 maggio a La Pagoda

Salve! Ricordare la vita del Buddha è ricordare la vita di un uomo che ha saputo “guardare” le grandi cadenze della vita. La ricchezza e la bellezza di una vita prestigiosa nella reggia di famiglia possono, come la povertà più estrema, indurci a chiudere gli occhi al cospetto di eventi ritenuti impossibili  oppure a non darci neanche la forza di aprirli.

Il Buddha ha avuto la sensibilità di aprirli, i suoi incontri fuori dalla reggia con un malato, con un vecchio e con un morto, lo hanno indotto a porsi la domanda. Come possono convivere tra loro la gioia, la malattia, la vecchiaia e la morte? Allora il nostro sguardo sul mondo è accecato e incapace di accogliere questi momenti?

Il frutto di questo stordimento sono le alterne illusioni dell’ignoranza che ci inducono a ritenere durevole ciò che invece immerso nell’inesorabile fluire della vita, dalla sua nascita alla sua morte. La vita del Buddha è proprio questa, è nascere, invecchiare e morire solo che l’intensità della domanda non gli è passata inosservata e lo ha condotto a fermarsi e a guardare.

Nè  lo stordimento della ricchezza, nè il togliersi la vita erano la risposta. Guardare, guardare oltre lusinghe e paure, guardare. Ecco il momento in cui questa intensità si è trasformata, nella sua mente, in Illuminazione, comprensione e visione delle diverse onde del mare della vita, in un istante, tutte insieme. Comprensione è il solvente che discioglie i piccoli e grandi nodi della sofferenza.

Ma Buddha era un uomo e come tale non estraneo egli stesso ai ritmi del corpo. E così, con la serentità nutrita da una chiara visione,  è morto lasciando a noi la domanda, la strada e il segreto che vi è nascosto.

Questo è il Vesak.

È ricordare che si nasce, che ci si può svegliare e che si muore. Se il primo e l’ultimo sono eventi naturali, nel mezzo può accadere qualcosa e questo qualcosa è una gioia diversa, è quella molto più semplice e umana di fare una Festa, il Vesak appunto, che raccoglie in sè un accadimento ancora più significativo: il Buddha, proprio nel plenilunio di maggio, è nato, ha conseguito l’Illuminazione, è morto.

 

Noi facciamo del nostro meglio anche se il plenilunio è ormai trascorso da una settimana.

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