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L’antigas all’incontrario, da Lo Zefiro – Marco Lazzeri, a proposito del quinto precetto ….

“Pensare è difficile, ecco perché la maggior parte delle persone giudica”.

Carl Gustav Jung

Care amiche e amici,

nell’aforisma che riporto, Jung mi ricorda che è molto più facile giudicare che non pensare, capire, immedesimarsi. E’ più facile e moralistico. Non apprezzo particolarmente i moralisti e pertanto mi sono messo i ramponi chiodati ai piedi per non scivolare su queste chine sdrucciolevoli. Dico al contempo che questa immagine per me è emblematica di una parte del nostro mondo e nell’immaginario mi appare evocativa della realtà che una parte giovane della nostra società vive. Non so se si vede bene, la foto non ha una prospettiva chiara e forse questo effetto è voluto dal fotografo. Mostra un ragazzo con una maschera antigas che insuffla droga nel condotto che dovrebbe portare aria decontaminata ai polmoni, per respirare la totalità di quanto possibile e all’interno il fumo riempi lo spazio disponibile tanto che il volto è invisibile, perso nel fumo. Uno strumento di guerra (reperibile facilmente su internet) utilizzato all’incontrario per drogarsi in modo totale, per essere separato da tutto e in contatto solo con la sostanza, con l’evasione, la fuga, l’alienazione, la negazione di sé come individuo pensante e raziocinante. Un essere che sceglie di perdersi, giocando la vita a dati con il futuro, che sceglie di non scegliere. L’offerta del mercato è ampia ed in crescita rapida, si può cambiare continuamente la miscela delle sostanze da assumere per avere effetti sempre diversi, nuovi, stimolanti, inattesi. La curiosità verso lo sconosciuto, il non ancora ancora provato… effetti allucinogeni che portano all’emulazione del leader del gruppo “adulto” di turno, ma in realtà solo deviante e deviato, al quale la cosa che gli riesce bene è far perdere anche altri sulla medesima strada dove lui si è già perso da tempo.

Attenzione ancora allo scivolone moralistico … ma la realtà mi sembra davvero angosciante. Anche se si parla di una percentuale forse minima (forse, ma mai trascurabile) sul totale della popolazione giovanile, rimane comunque un segnale del disagio che è toccante, quasi disperante. Anziché lottare per un mondo nuovo e migliore di quel disastro planetario che sta diventando, anziché studiare e impegnarsi in una analisi profonda che porti a nuovi paradigmi di sviluppo e di prospettive rinnovate, si fugge, ci si fa ostaggi inermi e succubi di un sistema di potere (che forse nemmeno si intravede) al quale serve proprio questo per poter procedere indisturbato e trionfale verso una offerta di falsa libertà carica di suoi profitti privati e di controllo sociale diffuso. Spesso verso la guerra.

La prospettiva spirituale – in senso lato – rimane ancora una volta la liberazione vera, l’incontro con la natura profonda, il contatto con il meraviglioso mistero della vita e della propria identità personale. L’apertura e il cammino, l’affidarsi e il servire, l’amare e il condividere, il sostenere e l’impegno. Un altro mondo davvero, del tutto opposto e antitetico, totalmente alternativo. Ringrazio davvero a mani giunte tutti voi amici, per averlo potuto con voi anche soltanto scorgere, anche solo per un attimo, anche in modo del tutto parziale, ma un solo fotogramma di questa immensa visione rigenera per tutta la vita e concede di non smarrirsi.

Grazie a tutti.

Marco

 

Articolo a cui si riferisce il testo: http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/17_febbraio_06/bong-sempre-zaino-ci-facciamo-ogni-pomeriggio-3e83a598-ec35-11e6-b0dc-72bd53481b5d.shtml

 

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