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La casa sull’albero, Lo Zefiro 13gen’18 Marco Lazzeri

“Non sognate, ma invece realizzate imprese che fanno sognare”.
Paolo Cocchieri

Care amiche e amici,
chi in tenera età non ha mai desiderato una casa sull’albero? Un rifugio protetto da tutti, un piccolo regno inaccessibile a estranei ostili, nascosto, sicuro, totalmente suo, dove nascondere e conservare i sogni e i loro abitanti. La casa, nel senso più intimo, esclusivo, privato, per fuggire da un mondo che non riconosco mio, dove cercare un’identità ancora sconosciuta e nello stesso tempo esporla con orgoglio – come se si fosse già trovata – a chi non me la riconosce, a chi continua a dileggiarmi, a considerarmi inadeguato. Scappo! E adesso prendetemi se siete capaci… qui non ci arriverete. Qui sono tranquillo, questa è la casa dei miei sogni… Dove posso essere ancora piccolo, e sentirmi già grande.

Poi il tempo fa il suo lavoro lento, prezioso e inesorabile. E con il tempo cambia tutto e stare asserragliati in un luogo troppo comodo e isolato dal mondo diventa una distorsione della vita, in qualche modo una truffa della ragione misteriosa per la quale esisto. Si scopre che essere legati alla vita significa viverla nel modo più consapevole e molto spesso purtroppo scomodo e faticoso.

Questo tempo attuale nel quale la nostra vita si dipana non è facile e lo sappiamo tutti bene, credo sia anche e proprio per questo una grande opportunità per applicarci con il cuore, la spiritualità e la mente cosciente ad affrontare problemi enormi che forse l’umanità non ha mai avuto in forma così eterogenea, drammatica e simultanea. E’ un mondo trasfigurato, diventato altro da come era quando ero bambino, adesso per i dominanti non ci vogliono persone ma clienti, non soggetti ma consumatori, non ci sono servizi al cittadino ma prodotti a pagamento, non diritti di cittadinanza ma privilegi elargiti secondo strategie commerciali e alla capacità di acquisto. La meditazione, la coscienza di noi e il cammino spirituale (e non solo loro) contribuiscono alla possibilità di rimpiazzare tutto questo con un mondo diverso, la possibilità di progettare un Nuovo Umanesimo che ribalti questa caduta nella materialità e nell’avidità superba e dispotica.

Come leggo in un aforisma di Rita Levi di Montalcini, rare sono le persone che usano la mente, poche coloro che usano il cuore e uniche coloro che usano entrambi. Lo sforzo di elaborazione della mia vita dovrebbe tendere a entrambi questi obiettivi, avere entrambe queste mete, tra di loro armonizzate e accordate come uno strumento musicale.

Sul una balena arenata sull’isola di Sotra, vicino a Bergen, è stata eseguita un’autopsia. Nello stomaco aveva 30 sacchetti di plastica. Quanta plastica c’è nel mio animo? Quanto inquinamento da pubblicità e vanità indotta si nasconde dentro il mio essere? Sotto quanti starati di sedimento è nascosta la mia vera natura? Che cosa ho dimenticato di me?

Non lasciamoci abbandonare a sogni inconsistenti e frivoli che alienano e non realizzano niente, facciamo sì che con il servizio nella spiritualità e l’impegno consapevole possiamo far sì che si realizzi un mondo … di sogno!

C’è bisogno di tutti. Tu, io e tanti siamo non solo importanti, siamo indispensabili e da qui nasce la responsabilità di ciascuno…

Molti dicono in qualche modo che siamo in una sorta di guerra ed è proprio in momenti di crisi come questi che le persone danno il loro peggio o il loro meglio, secondo ciò che hanno dentro …

Grazie a tutti.

Marco

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